DA DOVE VIENE L’UOMO?
L’umanità proviene da una passata condizione spirituale.
Vi fu un tempo che l’umanità era un’unità, parte del Sole: in uno stato della coscienza e della materia diverso da ora. Le tradizioni chiamano quella condizione “solare” GIARDINO DELL’EDEN.
In quello stato l’umanità viveva a contatto con le essenzialità e le spiritualità, ma in piena dipendenza da esse. Come un neonato fra le braccia della madre.
Tale Madre (mondo spirituale) si occupava di lui in tutto, essendo egli impossibilitato di potersi autogestire, alimentarsi e sopravvivere.
La vita dell’uomo di quei tempi era un librarsi nel cosmo spirituale attorniato da colori, profumi e suoni celestiali (edenici) con esperienze di perenne beatitudine.
Successivamente mano a mano l’umanitàviene progressivamente svincolata, allontanata dal grembo materno, per far sì che possa rendersi autonoma. (caduta)
Si inserisce in lei un elemento egoico, definibile con il termine luciferico, il quale la spinge alla volontà dell’autonomia, del libero arbitrio, necessario per la sua sana evoluzione indipendente. Tale volontà di indipendenza determina un allontanamento dallo spirituale.
Tale allontanamento causa inevitabilmente la perdita del contatto diretto con la madre, o mondo spirituale, sia dal punto di vista della condizione della corporeità, che diventa sempre più materializzata, sia dal punto di vista della percezione, per il graduale scomparire della sua capacità di poter vedere e sentire la spiritualità.
Tale mancanza e contatto con la spiritualità crea nell’uomo la nostalgia per lo spirituale; egli crea dei surrogati che suppliscano a tale mancanza: l’arte. Attraverso l’arte egli evoca stati d’animo similari a ciò che un tempo sperimentava direttamente. Simula, per alcuni attimi un incontro con il divino.
La capacità cognitiva veggente viene man a mano a spegnersi, e un eco rimane sino all’epoca greca, sino a giungere ad un suo completo oscuramento, che lo porta addirittura alla negazione dell’esistenza di un mondo spirituale.
La conformazione fisica dei suoi organi di senso, crea una condizione della realtà che è distorta: non appare più la spiritualità agente in ogni cosa, ma appaiono solo le cose, svuotate di spiritualità. Nasce il materialismo: scienza della materia.
In quel passato remoto non esistevano cose: tutto era essere, entità vivente, cosciente. Le cose, i colori, i suoni che l’uomo vede e sente sulla terra sono qualcosa che in realtà non esiste, ma che si crea solo in virtù dell’incontro fra la sua coscienza e la spiritualità del cosmo. Il cozzare dello spirito umano contro lo spirito cosmico determina la comparsa di forme e colori. Lo spirito non appare più nella sua veste reale, ma al suo posto compaiono delle sagome colorate risuonanti.
Per tal motivo in quasi tutte le religioni si dice che l’uomo davanti al mondo, incontra solo illusione, parvenza: egli vede soltanto l’immagine morta dello spirito.
Tale perdita di contatto con lo spirituale si è originata dalla necessità di fondare nell’uomo un essere che divenisse capace di scendere sino al più basso gradino della materia per sprofondare nell’illusione, dandogli così modo di destarsi dalla condizione di caduta, per stimolarlo a spingersi volontariamente verso una ricerca della reale e vera condizione dell’esistenza. Se egli non fosse caduto dalla condizione primordiale, egli non avrebbe mai potuto giungere a conseguire una facoltà autonoma di ricongiungersi con lo spirituale arricchito della capacità dell’autocoscienza.
Lo scopo dell’uomo è di ridiventare un essere spirituale, con la massima consapevolezza di sè e della sua missione.
In tutte le scuole dei misteri si insegnava questo: tu sei un dio. L’uomo deve diventare una consapevole del suo ruolo e del suo rango gerarchico.
In tali sedi venivano insegnate anche le tecniche per giungere a riacquistare la capacità di diventare un collaboratore dello spirito. L’uomo acquisendo la coscienza di veglia in realtà rispetto allo spirituale cade in uno stato di sogno: il sogno della vita terrestre. Egli crede di essere desto, ma in realtà dorme, per ciò che accade nello spirito.
Questa tecnica di risveglio –che è un ritorno cosciente a quella che era la condizione dell’inizio– è chiamata iniziazione.
Tiziano Bellucci
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