AMA IL PROSSIMO TUO (non quello degli altri)
“Ama il prossimo tuo”- dice il Vangelo.
Spesso si crede che il “prossimo” sia ogni essere umano.
Non è così.
Di certo ogni uomo è degno di essere rispettato e amato.
Ma quelli che sarebbero da amare subito, in modo impellente, sono quelli che sono “scaduti” giù dal nostro piedistallo, verso i quali abbiamo completamente perso stima e rispetto: coloro che un tempo furono molto importanti per noi, ma che compirono atti che ci delusero e ci amareggiarono.
Coloro che un tempo abbiamo amato, che ci hanno amato e ci erano molto prossimi, molto vicini.
La nostra ex moglie, l’amico che ci ha portato sul lastrico, lo zio che ora odiamo ma che un tempo amavamo.
Questi sono il nostro vero prossimo, che amammo, e ci viene chiesto di amare di nuovo, come noi stessi.
Sono esseri che non vogliamo piu rivedere, che abbiamo bandito dalla nostra vita.
Ma che ineluttabilmente reincontreremo di certo nella prossima vita.
Uomini legati a noi, imprigionati al nostro destino.
Tutti coloro che un tempo erano molto importanti per noi, ma con i quali abbiamo rotto ogni rapporto, per malevoli cause di destino considerandoli traditori, malvagi irrecuperabili. Ora sono lontani da noi, non piu vicini.
Se riuscissimo a riavvicinarci ad essi, ad “approssimarci” guariremmo la nostra vita. E libereremmo noi e loro dal karma, dalla legge di Giustizia compensatrice.
Perchè ogni malattia ha un origine sociale, un causa karmica legata a qualcuno che ci è debitore o verso cui siamo debitori.
Il “prossimo” è colui che ci è più vicino, in termini di legami di destino.
Ci viene detto “ama il prossimo tuo” –non il prossimo di qualcun altro,il prossimo in generale. Vi è un prossimo che è solo “mio”: che appartiene solo al mio destino.
Amare chi ci è prossimo è cruciale, risolutivo. Per noi e per lui.
Chi ha piu diritto di essere amato se non colui che un tempo amavamo, ed ora odiamo?
Amare quegli amori infangati, che un tempo ci furono prossimi, è la medicina per guarire dal “male del vivere”.
Pacificarsi, perdonare è la vera soluzione al morire quotidiano. É vero amore, approssimarsi a chi abbiamo scacciato, a chi ci ha maledetto.
Il Cristo voleva indicarci una via per liberarci, certa: amare coloro verso i quali abbiamo stretto forti nodi di destino, che ci sono estremamente vicini. Prossimi. Sono i primi a cui “avvicinarsi, approssimarsi”.
Tiziano Bellucci
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