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CORONAVIRUS: IL BENE E IL MALE DI UNA CRISI

CORONAVIRUS

IL BENE E IL MALE DI UNA CRISI. Contributi dall’antroposofia per comprendere e superare


La crisi, il lock down ha portato a paure esistenziali, violenze domestiche, aumento della dipendenza dei bambini davanti allo schermo, a misure di sorveglianza mai viste prima.

Il fantasma di una dittatura sanitaria che impone una digitalizzazione tracciante verso ogni individuo è allarmante.

E’ però avvenuto anche un rallentamento dei ritmi di vita, il quale ha richiamato una maggiore percezione e presenza di sé; è aumentata la solidarietà, il ri-apprezzamento dell’essenziale, della bellezza nella natura: è aumentato il coraggio di porsi nuove domande sull’ecologia, sul sistema consumistico.

In molte persone questa crisi è stata accolta come una rovina, un disastro.

In altre può invece essere un’occasione di sviluppo, per dare un contributo attivo per cambiare sé stessi e cambiare il mondo concretamente.

Lo scudo della conoscenza di se’

Un virus non attacca chi ha difese forti, ma solo chi è debole. In questo momento storico, ci sono molte persone che hanno basse difese, per motivi soprattutto legati alla paura, all’ansia, alla mancanza di movimento, di sonno, di stress, di sopportazione e di sicurezza interiore.

La calma, la tranquillità sono il maggiore antidoto per gestire il momento attuale:

“Porto la calma in me,

porto in me stesso

le forze che mi fortificano.

Voglio ricolmarmi

del calore di queste forze

voglio compenetrarmi,

della potenza della mia volontà.

E voglio sentire

Come la calma si riversa

In tutto il mio essere,

quando rafforzo in me,

nel trovare in me

la calma come forza

col poderoso mio tendere”

R. Steiner

Vaccini e immunità


Per favorire una “protezione” globale -senza dover ricorrere ad un vaccino- occorrerebbe permettere che il Virus si diffonda, andando a creare un “immunità” di gregge, ovviamente tutelando in massimo grado le persone a rischio, quelle più deboli tramite il supporto di personale ospedaliero preparato. Queste strutture devono però essere molto forti, molto organizzate.

Può sembrare paradossale, ma sempre più persone dovrebbero infettarsi per creare maggiore reazione immunitaria.

Un altro problema riguarda i bambini: chiudere le scuole riduce la diffusione del virus e quindi anche “rimanda” verso il futuro una immunizzazione senza vaccino.

Più il virus si diffonde fra le persone, più la carica di letalità diminuisce.

E’ probabile che in Italia la popolazione -da marzo ad oggi- sia stata infettata in una misura del 50%. Solo il 1% avrebbe avuto manifestazioni gravi. L’aumento delle infezioni attuali testimonia una ripresa delle infezioni, meno letali. Quando si avrà raggiunto il massimo delle persone infette (90%), il virus sarà mutato e diverrà una comune influenza, affrontabile come le altre.

Se la vita da Gennaio ad oggi, fosse proseguita senza panico e restrizioni, si sarebbe costituita una spontanea immunità di gregge e oggi saremmo fuori da ogni pericolo. Non sarebbero morte più persone, ma essendosi immunizzate più persone, si sarebbe rallentata la diffusione dell’epidemia. Si avrebbero inoltre avuti più volontari donatori di immuno globuline da usare per trattare i malati gravi.

I governanti non dovrebbero rendere partecipi delle loro scelte il popolo, coinvolgendolo in scelte di cui non ha competenze.

Pubblicare dati statistici giornalieri su morti e feriti non permette di poter acquisire una visione d’insieme capace di vedere realmente gli effetti di date scelte prese a livello più ampio.

Dovrebbero essere prese decisioni che siano in grado di valutare quale è il bene migliore, non il male minore: come lasciare che vi sia una piena e libera diffusione del virus. Queste decisioni potrebbero apparire drastiche in un primo momento, ma molto fruttuose successivamente.

L’elettrosmog, l’inquinamento e il 5G non sono le cause principali dell’epidemia, ma solo fattori aggiuntivi.

Il ricercatore Aaron Antonovsky dice che esistono 3 qualità di sentimento che rendono l’uomo sicuro e capace di adattamento.

  1. Il capire l’altro e sentirsi compresi dall’altro

  2. vedere “sensato” il nostro pensiero e quello dell’altro

  3. Il sapere che siamo in grado di compiere una data azione

Il sistema immunitario viene stimolato quando non crediamo di essere solo un corpo fisico, ma che abbiamo un’individualità immortale accessibile al pensare.

Il 666?


Bill Gates, fondatore della Microsoft, conosce molto bene l’ingegneria e il futuro virtuale: ha lavorato molto sui programmi e i Virus informatici. Sa come creare Virus informatici e quindi ANTI virus. E lo fa con un atteggiamento che sorpassa il concetto di umanesimo: si rivolge al “transumanesimo”

Ci si può chiedere: perché un uomo come Bill Gates che è un informatico si occupa di igiene e pandemie?

Bill Gates considera l’uomo come una macchina, la quale può essere ottimizzata, protetta, evoluta attraverso la tecnologia e la medicina.

Egli crede di agire per il bene dell’umanità: crede che tramite la sua ricerca biotecnologica, sull’intelligenza artificiale sia possibile arrivare ad “installare” nell’uomo “firewalls” e “antivirus” che lo proteggano e lo rendano sano e chissà un giorno, immortale.

L’uomo non è una macchina, per ora.

Si sa che l’azienda Google, simbolo della nuova tecnologia informatica, fu fondata nel 1998. Se moltiplichiamo “l’apocalittico segno della bestia 666” per 3, otteniamo proprio 1998. Un suo rappresentante attuale, Ray Kurzweil predice per il 2045 un nuovo “salto” evolutivo per l’umanità: avverrà la fusione fra evoluzione biologica umana e evoluzione dell’intelligenza delle macchine da lui costruite.

E’ quindi nell’interesse della visione di Bill Gates, quella di prendersi cura del futuro “uomo macchina” predisponendo tutto affinchè possa esservi un accesso tramite un “wireless sanitario” che “prenda in cura” e controlli ogni umano.

Il certificato “digitale” andrebbe impiantato sotto pelle, come microchip.

Non si creda che Bill Gates si muova con la consapevole malvagia intenzione di voler approfittare o causare danni all’umanità: egli desidera e crede proprio il contrario! Bill Gates vuole consegnare all’umanità una nuova medicina virtuale, che possa proteggerlo da ogni virus mortale.

Vuole che l’umanità divenga una perfetta creatura immortale e intelligente.

Gli ideali transumanisti sono quindi un vantaggio o una minaccia per l’anima e lo spirito dell’uomo?

Steiner e le epidemie


“Chi afferma che le malattie come le influenze vengono da piccoli esseri viventi, come i bacilli o i batteri, è astuto come colui che dice che dice che la pioggia viene dalle rane. Queste gracidano, quando sta per piovere, perché sentono l’arrivo della pioggia, ma non ne sono la causa. Allo stesso modo non sono i bacilli a portare l’influenza, ma si presentano e si attivano (come le rane) solo quando vi sono le condizioni adatte per svilupparsi” (R. Steiner)

Così come la causa della pioggia non va cercata nelle rane che gracidano, allo stesso modo le cause di una malattia non andrebbe ricercata nei virus, ma nelle nuvole che portano la pioggia. E nell’uomo, queste “nuvole” sono i bacilli, i virus che pre-esistono dentro all’uomo.

Solo se vi è un terreno adatto, insano o debole, si sviluppa una malattia.

Se un uomo vive solo di idee e rappresentazioni materialistiche, determinerà in lui che “piovano” in lui batteri e bacilli. La concezione materialistica è un “egregora”, una nuvola che scarica -soprattutto di notte, durante il sonno- malattie nell’uomo.

Chi, attorniato da malati e da persone che muoiono, si sente prendere dalla paura egoistica e dal panico, lui stesso alimenta “temporali”, precipitazioni batteriche in lui: è soggetto ad ammalarsi. Chi invece si addormenta sereno, con fiducia e con desiderio amorevole di aiutare chi è ammalato, non si ammalerà.

Il panico, la paura e la solitudine diventano “fattori patogeni” soprattutto fra gli anziani le persone deboli.

La paura egoistica del virus e delle malattie indeboliscono il sistema immunitario, mentre l’altruismo e la nobile fiducia rafforzano l’organismo.

Il coronavirus indica una profonda crisi dell’umanità, una malattia della propria coscienza.

La causa della pandemia


Il coronavirus non è una catastrofe naturale casuale, ma una pandemia che si è resa possibile grazie all’uomo stesso.

Il coronavirus viene dalla condotta deviata dell’umanità. E la conseguenza di una “malattia” sociale che si è instaurata da decenni nell’uomo: l’isolamento della coscienza umana dal mondo circostante, dalle altre persone, dal mondo spirituale e da noi stessi”.

L’isolamento il degrado a cui abbiamo sottoposto la natura, si è riversato ora su di noi, come contro immagine. Come un segno distintivo, siamo noi che dobbiamo ora stare isolati gli uni dagli altri. Degradando la nostra dignità.

L’isolamento egoistico che pian piano ha voluto l’anima umana nei confronti delle altre anime umane, ha creato il contraccolpo all’auto isolamento fisico verso gli altri umani.

Lo sfruttamento consumistico della natura sui regni minerale, vegetale e animale è un fondamentale atto di saccheggio, quindi di “separazione” fra consorzio umano e altri regni. Si è creato un distanziamento.

Pur avendo dichiarato al principio della pandemia che poteva esservi un’implicazione sulla causa del virus proveniente dal mondo animale selvatico e quindi un uso indegno dell’uomo verso l’imprigionamento e utilizzo degli animali, non vi è stata nessuna rilevazione o collegamento a livello internazionale.

Vi è stata una temporanea chiusura dei mercati di animali selvatici, poi ripresa subito dopo.

La causa della pandemia è soprattutto legata al pensare materialistico: non è però possibile rinunciare a questo pensare, perché esso è necessario per gestire la nostra quotidianità, immersa nel materialismo. Senza questo pensare non ci sarebbero stati e non ci sarebbero i progressi raggiunti dalla scienza che hanno migliorato la qualità della vita.

Vi è la necessità di trasformare il pensare ordinario in un nuovo modo di pensare superiore, che divenga consapevole della forza spirituale di cui è animato e tessuto.

Steiner indica una via per un pensare che avviene tramite il cuore, senza passare dal cervello. Si pensa con il cuore, in modo vivente e mobile. Esso ci consente di ricreare e a farci rientrare in un nuovo “respiro” con l’ambiente circostante. E’ un pensare che si attiva tramite la pratica della concentrazione e della meditazione quotidiana. Tramite questo pensare del cuore si percepiscono le impressioni dei sensi come un “sottile respirare”. Si sente che pensando si “inspira” i pensieri contenuti entro le cose, dentro le percezioni, e si “espira” ridonando alle stesse percezioni il nostro pensare scaldato dalla nostra umanità. Si diviene coscienti che non si guarda soltanto una cosa, ma la si “respira” nell’atto di percezione: si vive una coscienza che inspira pensieri dal cosmo e li espira umanizzati.

Goethe dice: “nulla è dentro, nulla è fuori, perché il dentro è il fuori”.


Tramite il pensare del cuore, si avverte di essere uno con il mondo, tutto si quaderna: ogni idea, ogni cosa, ogni pensiero è vivo. Non è solo percezione, caldo, freddo, luce o aria, tutto è globalità di idee divine, di esseri viventi parte di un organismo universale.

Si smette di sentirsi staccati o separati dal mondo: l’esperienza interiore e le percezioni esterne sono unite, diventano una cosa sola, così come quando respiriamo: prendiamo dentro una parte del mondo e reimmettiamo fuori.

La meditazione antroposofica si basa su la concentrazione su un mantra, oppure approfondendo (contemplando) in modo particolare un oggetto, un ente esterno.

Un esempio si può indicare nel praticare la meditazione dei 52 versetti settimanali presenti nel “Calendario dell’anima di R. Steiner”, da svolgere come approfondito contenuto meditativo.

Ad es (dal Calendario dell’anima di Aprile):

“Io sento l’entità del mio essere:

così mi parla il senso

che nel mondo dal sole illuminato

ai fiotti di luce si congiunge;

vuole al pensiero oltre alla chiarità donar calore

e uomo e mondo

avvincere strettamente in unità”.

Il collegamento dell’uomo con il mondo è il principio base del calendario dell’anima. E anche la soluzione per la fine della pandemia. Con la meditazione quotidiana dei versetti della settimana avviene un ricollegamento con il cosmo e la natura.

Si impara a “respira con i sensi”.

Un’altra meditazione utilissima per lo sviluppo del pensare del cuore e dell’unità con il mondo (tratta dalla pietra di fondazione”:

Anima dell’uomo! Tu vivi nel battito del cuore e del polmone, Che attraverso il ritmo del tempo Ti portano a sentire l’essere della tua propria anima: Esercita il riflettere nello spirito Nell’equilibrio dell’anima Dove le fluttuanti Azioni del divenire universale L’Io proprio All’Io universale Uniscono; E veramente tu sentirai Nell’attività dell’anima umana”.


E’ importante inoltre mantenere un contatto con i defunti, per liberarsi dall’isolamento prodotto dal materialismo. Essi continuano a vivere, in un’altra dimensione.

La luce avvolge la terra: lo sguardo chiaroveggente vede che in unico spazio, in tutta l’atmosfera in cui irraggia la luce solare tutto è riempito, colmo di tante entità quanti sono gli uomini sulla terra.

Questi esseri che vivono dentro nella luce che avvolge la terra un tempo furono uomini. Sono i disincarnati, i nostri defunti.

Essi vivono nella luce, i loro corpi sono fatti di luce.

Dopo la morte ogni uomo diviene un raggio di sole: e lavora collaborando per edificare nuova vita sulla terra, illuminando e vivificando con il suo calore e la sua luce i vegetali, gli animali e gli umani. Aiutando le condizioni evolutive terrestri a progredire.

Tutti i pensieri degli uomini si intersecano in questo involucro di esseri viventi di luce: ed essi respirano i nostri pensieri, intessendoli nella loro luce. E ci sentono. Pensare è nuotare nella luce: è avvertire la presenze del mondo degli spiriti umani che vivono nell’aldilà.

Meditare questi versetti aiuta a sentire la connessione con essi:

“Il mio amore sia con te nel mondo spirituale,

in cui ti trovi.

Il mio amore lenisca la tua arsura.

Il mio amore lenisca il tuo gelo.

Giunga fino a te

E ti aiuti

A trovare la via

Attraverso l’oscurità spirituale

Verso la luce dello spirito.”

Cosa ci insegna la crisi attuale? che tutto è connesso e che proprio l’ignorare quest’unità ha portato scompensi al singolo uomo.

Di cosa ha più bisogno l’essere umano in situazione di crisi? contatto umano, presenza e vicinanza fisica.

Tutto ciò che è stato tolto dalla politica “di sicurezza”.

Chi vuole essere libero deve rinunciare alla sicurezza.






Se si crede che si muoia per caso o per sfortuna, allora si ha paura. La paura non ci rende liberi.


La “sicurezza” materiale non ci aiuta a sentirci liberi.


E’ una sicurezza falsa. Ci aiuta solo a scacciare la paura.


La paura cessa quando si è convinti che si muore solo quando è scritto. Allora si è liberi, perchè la “sicurezza” la si prende da un principio superiore, non materiale.


Ma non è per tutti.

La soluzione del tutto sta nell’imparare a rapportarci reciprocamente di nuovo in modo spirituale, fra uomo e uomo, fra uomo e ambiente. Smettere di saccheggiare la natura, rispettandola. Riscoprire lo spirito che vive nell’umano, nell’altra creatura.

Lo spirituale deve ridivenire il contenuto centrale sul quale gli uomini si rivolgono per vivere e collaborare sulla terra in modo consapevole e cosciente.

“Corona” è un idolo: è il simbolo, il monito mondiale di una via errata nella politica, nell’economia e nell’ecologia.

Tiziano Bellucci

Contributi dall’antroposofia per comprendere e superare; una sintesi tratta dal testo “Coronavirus: una crisi come superarla” edito dall’editrice arcobaleno


Corona virus: una crisi, come superarla?
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