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E se l’amore fosse come un fiore?


E se l’amore fosse come un fiore?

L’amore appartiene più al regno vegetale che all’animale e all’umano. Anche le piante si riproducono, ma senza brama e passione. E questa fu anche la prima forma di fecondazione nel mondo: l’impollinazione vegetale.

La forza dell’eros allo stato puro ha il profumo del miele, del nettare: volontà pura di creare vita incessante.

Non prevede la “passione” tipica del sentimentalismo, dell’istintività animale. La vita immortale, sulla terra prende il nome di “amore”, affinché possa perpetuarsi ed eternarsi.

La riproduzione sessuale è un artifizio generato dalla forza eterica della vita per produrre l’eternità nella materia. L’amore è la forza vitale. È la legge eterica di armonia che pervade il corpo vitale umano.

A cagione di ciò si può dire che l’amore non è un sentimento, ma una potenza di vita. È parente del pensare, della memoria, del preservare, del creare, del procreare. Una forza che mantiene in vita gli organi e i tessuti del corpo fisico; che riesce ad esprimersi come pensiero fatto di immagini, che è capace di creare forme, anche in un grembo materno. Un figlio.

L’amore crea in due modi: pensieri nella testa, figli nel ventre.

L’amore appartiene più al mondo vegetale, che a quello animale e umano. È una facoltà pura manipolata dall’astrale acquisita dall’eterico, alterata. L’amore puro, la vita, è privo di passione in sé. L’amore non è la passione, essendo questa l’equivoco. La passione è l’amore spezzato, una parte sola dell’amore. L’amore separato dal sesso è la passione. È credere che l’amore possa essere un corpo, possa consistere nel godere del piacere dell’amore.

Ma l’amore non chiede di essere goduto: ma di vivere nell’altro, di comunicarsi come vita eterna entro l’altro. L’amore è profumo di eternità. Chiuderlo in un corpo è illudersi di averlo: quando l’amore è di tutti e di nessuno. Sentire passione non è né la garanzia, né il marchio che si ama qualcuno: è l’equivoco eterno che si perpetua. Nel momento dell’innamorarsi accadono due cose: si crede di aver incontrato un angelo, un’entità che possa riportarci nel nostro mondo di origine, da dove siamo caduti. Si vuole diventare uno con esso, sapendo che è l’unico modo per rientrare nel mondo spirituale. Si sa infatti che quella “porta è sbarrata” al singolo.

La vita nel mondo spirituale può essere riconquistata non dal singolo e neppure da una coppia. Ma dall’umanità intera riunificata in un unico grande essere. Nel mistero dell’amore è incantato il segreto della riunificazione, come amore planetario. L’innamoramento è un dono, è principalmente un dono divino che ci fa percepire l’èco della musica delle sfere: noi lo perdiamo perché incapaci di muoverci incontro nella giusta maniera. E se l’eros fosse il desiderio di Dio di farsi amare dall’uomo? Se l’eros fosse il “modo” dello spirito che attraverso ogni creatura cerca di farsi trovare dall’uomo?

Tiziano Bellucci

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