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ETERO. OMOSEX. ANDROGINO.


60 Leonardo-S. Giovanni Battista

ETERO. OMOSEX. ANDROGINO.

La natura ha disposto le cose affinché per perpetuare la specie occorresse un incontro fra maschio e femmina. E’ una regola. Se esistesse solo un sesso, non si potrebbe garantire continuità alla vita terrestre. Questo in ambito non solo umano, ma anche nel regno animale e vegetale. Non serve una eccessiva spregiudicatezza per accogliere questo pensiero, essendo un dato oggettivo.

Il “progetto” UOMO (diverso dal progetto NATURA) non ha però un carattere esclusivamente eterosessuale.

Di fatto, il rapporto omosessuale non può contribuire a far durare la specie umana. Esso deve quindi avere un altro scopo, sicuramente legittimo, ma che non riguarda la continuità della vita. Si tratta di comprendere quale è il compito del rapporto non eterosessuale.

Secondo l’esoterismo, l’incarnazione omosessuale rappresenta una “esperienza a sé”, una fra le tante possibilità previste dal cosmo che lo spirito umano può scegliere di fare di preferenza, per arricchire il bagaglio del suo Sé.

Non si tratta di una faccenda “contro lo spirito” nascere omosessuali. Ma di altro.

Questo tipo di incarnazione è una scelta difficile, la quale dovrà applicare o “inventarsi” una propria deontologia, una propria etica e assumersi responsabilità nei confronti di ruoli e di scelte di costumi, morali e sociali. Un duro lavoro. Scegliere di nascere omosessuali significa scegliere coraggiosamente di sperimentare delle dure e malagevoli esperienze, uniche, che non si potrebbero fare altrimenti.

L’incarnazione omossessuale la si potrebbe vedere addirittura anche come una via nella quale l’individuo rinuncia alla procreazione, all’avere un figlio.

Da una prospettiva superiore, l’essere umano che prima di incarnarsi decide che vivrà sulla terra come omosessuale, intraprende in piena coscienza un profondo e gravoso impegno: quella di vivere un incarnazione di sacrificio e sforzo. Essa può essere intesa come rinuncia, limitazione e esperienza in una vita entro un mondo terreno in cui sarà difficile integrarsi e legittimare se stessi. Questa scelta darà modo all’individuo di forgiare in sé delle forze e delle capacità eccezionali di sopportazione e controllo, impossibili da conseguire per altre vie. Questa può essere una risposta esoterica al grande tema dell’omosessualità.

Inoltre l’omosessualità non è solo un problema di diversità, di una strenua volontà di perseguire parità di diritti che possono certamente essere pienamente riconosciuti sul piano civile. Chi si ama, è giusto che viva una vita insieme, al di là della propria sessualità. Non è solo un sacrosanto diritto: è un dovere quello di amare. Quindi lo scopo non è sull’ottenere una parità di diritto economico, politico, sociale come ha l’eterosessuale. Il problema è pretendere di poter fare, di inventare inedite soluzioni per la creazione della vita e della riproduzione che la natura non ha escogitato.

Il problema è rivendicare un ruolo che non fa parte del “progetto procreativo”.

Ad esempio non ha senso parlare di “matrimonio” fra omosessuali: perchè “matrimonio” signfica rendere madre una donna. La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall’unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere.

Quindi una coppia omosessuale ha pieno diritto di convivere con pari diritti legali dell’eterosessuale, ma da tale unione non si può rendere madre nessuno. Quindi l’unione omosesuale non può chiamarsi matrimonio, ma deve chiamarsi in altro modo.

La Natura non ha mai detto: “mi fermo qui, perché nel 2016 arriveranno coloro che risolveranno il problema della perpetuazione della vita sulla terra”.

E’ un problema che riguarda anche gli eterosessuali. Imitare la natura è attenersi da una guida sicura. Ogni “utero in affitto”, ogni fecondazione assistita, o le altre novità in merito riproduttivo sono da considerare come risoluzioni non scaturite dalla volontà della natura. E di conseguenza possono condurre in direzioni non tutelate dalla natura stessa, la quale è più potente e saggia dell’uomo.

L’eterosessuale come l’omosessuale sono chiamati a scoprire e a dare un senso superiore alla propria incarnazione.

Colui che è consapevole di non essere solo sulla terra per un caso, ma perchè proviene da una matrice divina, deve porsi questo quesito.

In realtà vi sono prospettive che possono dire che l’incarnazione omosessuale potrebbe addirittura condurre a mete più alte di quelle tramite una vita eterosessuale.

La via del superamento della sessualità, della sublimazione dell’eros, la via della castità è un obiettivo che riguarderà ogni umano, prima o poi, dato che verrà un tempo in cui vi sarà un’atrofia degli organi sessuali nel futuro dell’umanità. Cambierà il modo di riprodursi e non sarà più necessaria la sessualità, l’eterossessualità. L’uomo è chiamato a diventare androgino, creatore di se stesso.

Come si è accennato sopra, incarnarsi omosessuali e dedicarsi ad una profonda e seria ascesi esoterica, che includa la purificazione dalle brame sessuali (come nell’ascesi eterosessuale) può essere un modo per arrivare a livelli spirituali elevatissimi, anche più alti di ciò che è possibile in incarnazioni eterosessuali.

Amare il “fratello” al di là della specie femminile o maschile è lo scopo dell’umano, quindi farlo partendo dallo stesso sesso, potrebbe essere una delle vie più dirette, purché si arrivi ad escludere la brama e il desiderio sessuale. L’omosessuale, se purificato, può divenire l’iniziato più alto, come araldo della fraternità che ha superato la carne e la sessualità. Può divenire l’androgino di ora, un individuo che ama senza usare la sessualità, per amore dell’altro uomo.

Perchè l’amore non ha bisogno del sesso per esistere. Il sesso non è l’amore.

Così come è necessario fare sesso per perpetuare la vita, non è indispensabile fare sesso per amare.

Confondere e mischiare sesso e con l’amore è il grande equivoco: per gli omosessuali, e per gli eterosessuali.

T.B.

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