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GIOVANNI BATTISTA: “VOCE CHE GRIDA NELLA SOLITUDINE”



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IL BATTISTA PRECURSORE DELLA COSCIENZA DELL`IO individualeSi consideri che tutto il cammino dell’uomo è da intendere come la preparazione da parte della direzione spirituale del cosmo, di un essere che conseguisse la capacità di potersi afferrare come un io singolo.Occorre ora specificare la differenza che esisteva nell’uomo antico, riguardo il suo modo di sentirsi un “io”, rispetto all’uomo post/cristico. E’ bene considerare che l’essere umano non ha avuto sempre lo stesso stato di coscienza, la stessa “presenza” o percezione di sé, la stessa esperienza mnemonica dei suoi ricordi. La coscienza di essere, di avere memoria di se`, di sentirsi un “io”, individuale, distaccato dal mondo esterno non e` sempre stata la medesima come lo e` ora; non si deve credere che l`uomo di tremila anni fa fosse solo piu` ignorante di adesso e che i suoi pensieri e sentimenti fossero identici all`uomo odierno. Soprattutto cio` vale in particolar modo riguardo al suo modo di ricordare mnemonicamente, il quale lo differenziava molto da oggi. Oggigiorno ogni singolo uomo ricorda la sua giovinezza e riesce a risalire al massimo, sino al primo ricordo che si “stabilizza” all’incirca verso i tre anni di età. Non si può retrocedere oltre. Vi fu un tempo in cui l’uomo possedeva una diversa esperienza di memoria: egli non ricordava solo le proprie azioni, ma oltre a queste si frammischiavano azioni compiute da altri. Fra i propri ricordi comparivano le azioni del proprio, padre, del nonno, dell’avo, del patriarca. Quelle azioni, anche se si sapeva di non esserne gli artefici, le si considerava come proprie. La memoria si estendeva oltre la propria nascita fino a quando si poteva rintracciare una consanguineità. Veniva conservata nella memoria di ogni discendente, anche la memoria di un altro avo consanguineo, per centinaia di anni.L’uomo doveva piano piano staccarsi dal sentirsi appartenente all’anima di gruppo, per afferrarsi come anima individuale.

Questo fu il compito di Giovanni, preparare la venuta dell’io individuale. Che si compì con il sacrificio del Cristo sul Golghota.

Giovanni 1° capitolo

19] E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”.

[20] Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”.

[21] Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?”. Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?”. Rispose: “No”. Il Battista nega di essere Elia E’ interessante notare che quando il Battista viene interrogato sul fatto se egli fosse Elia, risponde negativamente. Si tenga presente che la maggior parte dei suoi contemporanei avevano ancora esperienze ataviche veggenti, quindi ricordavano di aver già vissuto precedentemente in altre esistenze, ne avevano il sentore. Essendo egli il precursore dell’io, per adempiere correttamente alla sua missione doveva essere completamente impossibilitato di percepire le vite passate. Egli poteva soltanto percepire -era anzi uno dei pochi- che esiste una vita soltanto nella quale puoi sviluppare una piena coscienza dell’io.

[22] Gli dissero dunque: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”.

[23] Rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto. Come disse il profeta Isaia. Preparate la via del signore. Il Battista “io Solitario” Giovanni Battista è il primo uomo che avverte questo cambiamento: sente dentro di sé l’affiorare dell’io singolo, isolato che gli fa sperimentare una sensazione di solitudine, di estraniazione dal tutto.“Voce di uno che grida nel deserto della propria solitudine” questa frase esprime il concetto sovraesposto. Il Battista avverte di essere abbandonato a se stesso: sente la voce del suo io appena nato che urla il dolore della separazione dalla stirpe, come un neonato piange quando esce dal grembo. Giovanni, diversamente, fu il primo invece ad avvertire la sensazione dell’io individuale; egli cominciava a sentirsi distaccato dall’anima di gruppo ebrea, si sentiva quale essere unico, isolato, separato e solitario: egli tentennava innanzi al nuovo, inedito sentore di sentirsi “solo”, affidato a se` stesso davanti alla vita. Egli si accorse di essere un “uno”; egli difatti diceva: “IO SONO VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO” (mt 34); il termine “deserto”, se tradotto dal greco, indica propriamente “luogo della solitudine” quindi si puo` interpretare: “IO SONO UNO CHE GRIDA NELLA SOLITUDINE DEL MIO IO”

[24] Essi erano stati mandati da parte dei farisei.

[25] Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”.

Il “battesimo” era una particolare procedura esoterica, che il Battista di sua ispirazione (diceva di avere ricevuto l’ordine dall’alto di praticarlo) applicava sui suoi discepoli. Non si trattava del battesimo come noi lo conosciamo. Era una vera e propria tecnica che recava in sé alcune caratteristiche applicate anche nei riti iniziatici. Al contempo non si trattava neppure di una vera e propria iniziazione. Egli attingeva dai misteri alcune tecniche, per conseguire dati risultati. Per tal motivo i Farisei gli chiedono: “perché battezzi (ossia usi tecniche esoteriche che usavano gli iniziati: il profeta è un iniziato) se non sei né il Cristo, né Elia, né il profeta?” [26] Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,

Il Battista diceva, in modo occulto: “io sto preparando la strada ad un essere superiore; io annuncio che sta per venire colui che ci mostrera il modo per riacquisire la facolta` della veggenza, per ritornare a vedere il regno di Dio. Allora gli uomini comprenderanno che Dio non vive in un luogo lontano inscrutabile, ma che è sempre stato affianco e dentro a loro. Essi ne hanno solo perso il ricordo e la visione. Io devo mutare la mentalita` degli uomini.” Egli era un uomo inviato da Dio: l’ultimo Profeta. Ora G.Battista e Gesu` qualora nei vangeli parlino della frase “il regno dei cieli e` vicino” indicavano che tramite il Cristo sarebbe accaduto un qualcosa che avrebbe ridonato agli uomini quella sopita e perduta facolta` chiaroveggente; tale Regno dei cieli, che e` in realta` il mondo spirituale, sarebbe disceso nuovamente sulla terra, fra gli uomini.

[27] uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”.

[28] Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

A cura di Tiziano Bellucci


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