Gli GNOMI o Coboldi o Pigmei
Essi vivono nelle profondità della Terra, in luoghi che non sono compenetrati dall’elemento vivente
vegetale, ossia che hanno sempre avuto una natura minerale, rocciosa, metallifera. Essi tendono a voler coprire di polvere chi tenta di percepirli. Si radunano rannicchiati insieme in quantità straordinarie, crescono, gonfiano e rimpiccioliscono la loro corporeità: tuttavia al massimo della loro espressione restano piccoli esseri, mai arrivano alle proporzioni umane. Amano molto scherzare, giocare: hanno un gran buonumore: possiedono un’anima burlona. Piace ad essi giocare scherzi all’uomo.
A differenza dall’uomo, non si può imputare loro riguardo le loro azioni, nessuna responsabilità morale: tutto ciò che fanno, lo fanno in modo automatico, senza alcuna implicazione o speculazione morale.
La loro coscienza è paragonabile alla capacità di percepire sensorialmente connettendovi immediatamente l’intelletto, senza mediazioni di antipatia e simpatia. Essi raccolgono principalmente solo idee. Comprendono istantaneamente ciò che vedono: un sapere contemporaneo al vedere. Sono capaci di avere percezioni pure. Non hanno bisogno di elaborare, di dedurre come fa l’uomo, ma appena percepiscono qualcosa in loro compare la pura idea insita nell’oggetto osservato: incontrano l’essere dell’osservazione. Non esiste in loro la distinzione umana fra concetto e oggetto. L’oggetto ha già in sé il concetto. E per tal motivo ridono dell’uomo. Ridono della nostra capacità intellettiva e la reputano ignorante, stupida, che si affanna di afferrare, di dedurre questo e quel concetto. Diventano particolarmente ironici quando vedono gli uomini sforzarsi nel comprendere idee. Entrare in un laboratorio scientifico sarebbe per loro come andare ad uno spettacolo comico. Non capiscono come sia possibile dover compiere sforzi per potere afferrare pensieri. Gli gnomi si dicono: tutto ciò che si osserva si conosce nell’atto di guardare; perché mai si deve pensare per conoscere? Essi non sanno che l’uomo non ha la loro capacità chiaroveggente, che non è capace di avere percezioni pure. Gli gnomi diventano maleducati se si parla di logica. Una guida per il pensiero, la logica, è inutile. “I pensieri esistono di per sé, si tratta solo di volerli. L’uomo non vuole e non ascolta i veri pensieri, non se li fa dire dalle cose, ma desidera solo parlare lui circa le cose che osserva.”
Non avendo un corpo fisico costituito della stessa materia fisica terrestre, hanno un’esperienza percettiva totalmente dissimile da quella umana. Non hanno nessuna rappresentazione delle forme che appaiono ad un occhio fisico; non hanno neppure la sensazione che vi possa esistere una terra come la intendiamo noi umani. Avvertono solo l’esistenza di uno spazio in cui essi sperimentano varie sensazioni. Non percepiscono nulla del mondo terrestre. Inoltre essi non possono camminare sulla terra; essendo il loro corpo di natura molto più greve del nostro, affondano dappertutto: avvertono la terra come un globo fluido, fatto di materia fangosa fluida, anche se si trovano di fronte ad una cava di pietra marmorea. Attraversano tutte le sostanze minerali dure, come se fossero molli. La legge della incompenetrabilità per loro non esiste; tutto si può attraversare. Gli gnomi, attraversando le varie falde sotterranee del pianeta, hanno inoltre un’esperienza gustativa del loro muoversi, determinata dei materiali che incontrano e compenetrano. Avvertono interiormente il sapore dei diversi ingredienti costituenti una data falda metallifera o minerale: una vena di rame o di calcare vengono sentite in molto diverso e ben caratteristico. Non esiste per loro la terra fisica: esiste solo un luogo in cui è possibile sperimentare sensazioni d’oro, di mercurio, silice, stagno. Da tale esperienza gustativa traggono però una grande sapienza: essendo ogni metallo una traccia, un riflesso fisico delle forze attive in un data pianeta o in una data costellazione, in essi gli gnomi possono trarre insegnamenti di natura extraterrestre. Attraversando una vena d’oro vengono a conoscere i misteri del sole, in una vena d’argento quelli della luna, in una di ferro quelli di marte.
Gli gnomi sono particolarmente interessati alle forze lunari, le quali sono in relazione con la forza di gravità, quella stessa forza attraverso la quale configurano il loro corpo. Non hanno mai infatti una figura uguale se osservati chiaroveggentemente perché tendono ad assumere sempre figure diverse, a seconda che vi sia luna piena o luna nera o fasi intermedie. Con la luna piena gli gnomi sono a disagio. Essi non gradiscono la luce lunare fisica e l’influenza che essa determina sulla gravità, quindi per respingerla, spingono verso l’esterno tutto se stessi, onde creare una sorta di pellicola spirituale simile ad una corazza. Possono apparire come cavalieri corazzati luminosi. Con la luna nuova lo gnomo diventa invece trasparente; scintilla di luce e di colori. Appare come una forma translucente nel cui interno si vedono brillare i pensieri del cosmo. Sembrano omini trasparenti luccicanti internamente di pensieri. Tali pensieri sono massimamente provenienti dalla Luna, dalla gerarchia degli Angeli.
I molluschi, le meduse, gli invertebrati sprovvisti di scheletro e attivi nell’elemento acqua, appartengono ad uno degli ultimi gruppi di animali che si sono formati fisicamente sulla Terra. Essi compiono ciò che l’uomo (l’essere più antico del creato) ha compiuto riguardo la configurazione della sua testa durante l’era Saturnia. Questo gradino di animali inferiori molli e privi di ossatura che si estendono sino a rane e anfibi, esistono solo in virtù della presenza degli gnomi. Fra essi e gli gnomi scorre però un rapporto di grande antipatia: gli gnomi infatti rischiano di assumerne l’aspetto. A causa di ciò, essi esplicano un’azione che causa il completamento di tali animali inferiori, creando le disposizioni per ciò che ad esso manca, fornendo la sostanza che costituisce il loro involucro molle esteriore. Gli gnomi sono capaci di legare insieme la forza di gravità, e si formano con essa il loro corpo, il quale essendo costituito di un’energia così poco controllabile e inafferrabile, rischia il pericolo di disgregarsi continuamente. A causa di ciò gli gnomi devono continuamente ricostruire se stessi con la gravità: portare un’attenzione costante e perfetta a tutto ciò che avviene intorno a se stessi. Devono avere una coscienza di sé al presente sempre perfetta e mai dormiente: se si addormentassero si distruggerebbero. Quest’attività di di respingere da sè stessi la forza gravitazionale, la fa depositare all’esterno, generando il corpo molle dei molluschi. Il mantenere l’attenzione su se stessi li salva dalla disgregazione. L’attenzione tiene in essere la loro esistenza. Uno gnomo sarebbe da mettere nel primo banco di una classe: sarebbe un modello perfetto di attenzione. Un altra particolarità è che essi non hanno nessun interesse per i propri simili, per gli altri gnomi, ma solo per il mondo circostante.
Gli gnomi si possono percepire se si diventa capaci di addormentarsi e di svegliarsi in piena coscienza durante lo stato di sogno. L’uomo quando si addormenta, non sperimenta l’aspetto vero e reale del sogno: è come se esso portasse una maschera, si rivestisse di simboli e apparenze. Il sogno si presenta come reminescenza della vita diurna e immagine mnemoniche: tutte queste sono in realtà maschere. Dietro a questi simboli, l’iniziato vede gli esseri che si nascondono dietro tali maschere. Vede, nell’attimo dell’addormentarsi una grande schiera di gnomi: essi gli vengono incontro. Solitamente si è protetti da tale visione, perché senza adeguata preparazione, la percezione di tali cose spaventerebbe. Difatti un uomo percepirebbe delle immagini di entità che producono in lui solo processi di distruzione: apparirebbero come un panorama di simboli di morte. Gli gnomi gli verrebbero incontro e in un certo senso è come se lo seppellissero con la loro corporeità, entro il mare astrale. Chiaroveggentemente, l’addormentarsi è in realtà un venir ricoperti, sepolti da una moltitudine di gnomi entro l’incoscienza del mondo astrale. Questo è riguardo solo all’addormentarsi.
Gli gnomi conoscono un segreto lunare: la luna è in costante avvicinamento alla terra. Essi attendono grande impazienza il giorno in cui la terra si riunirà alla luna, perché in quella fase essi saranno gli esseri a cui spetterà (utilizzando la sostanza lunare riunita alla terra) di disgregare tutta sostanza fisica terrestre, per disperderla gradatamente nel cosmo. La sostanza terrestre non spiritualizzata dovrà essere allontanata, e invece sarà trattenuta quella buona, affinchè si produca Giove. Il compito cosmico degli gnomi consiste nel portare l’elemento solido da un’incarnazione planetaria all’altra; sono i custodi della struttura solida dell’evoluzione.
Gli gnomi sono nevrastenici: la nevrastenia è una condizione basilare della loro coscienza, determinata dal fatto che devono avere un’attenzione esagerata per mantenere unito insieme la lor ocorporeità che tende a disgregarsi. Non vi è infatti nulla che li tiene in “forma”, se non la loro attenzione. Mentre l’uomo ha fortunatamente altri esseri che si occupano di mantenergli una forma solida, gli gnomi devono farlo da se stessi, occupandosene in prima persona.
Gli gnomi non amano la terra, l’elemento solido. Lo odiano, vorrebbero liberarsene: esso difatti rappresenta per loro un continuo pericolo. Se essi si attaccassero troppo all’elemento terrestre tenderebbero ad assumere l’aspetto di un anfibio, di un rospo. Per evitare questo essi sono in continuo e incessante movimento. La mobilità non rende possibile il loro materializzarsi in una forma di rana. L’anelito a voler scappare in alto, a non volersi legare alla terra, sprigiona dagli gnomi una forza spirituale che dal basso va verso l’alto. Tale forza, attraversando le piante, le aiuta a spingerle verso l’alto, a fuoriuscire dalla terra. Gli gnomi provocano la fuoriuscita dalla terra del germoglio dal seme. Sono i custodi della vita. Attraverso di loro si esplicano le forze dell’etere vitale. Essi hanno inoltre una grande importanza riguardo alla fecondazione dei vegetali, che si realizza a mezzo di una collaborazione fra spiriti della terra e spiriti del fuoco; verrà mostrata poco più avanti.
Rielaborazioni a cura di Tiziano Bellucci
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