L’anima bambina, provvista di io, astrale ed eterico, aleggia intorno ai genitori sin dal momento del concepimento: è difatti essa che istilla entro l’ovulo fisico l’embione o seme spirituale “universo-uomo”del suo futuro corpo fisico, il quale è il frutto delle elaborazioni fatte dalle gerarchie nel postmortem. Solo alla terza settimana il corpo astrale e l’eterico si collegano al germe spirituale nel grembo della madre, per cominciare ad operarvi e a collaborare, cioè dopo aver edificato il corpo eterico. Sino alla terza settimana il seme spirituale era stato sviluppato solo dalle forze della madre; da quel momento in poi comincia una collaborazione da due lati: madre (sulla terra) e anima (sul cielo).
E’ quasi impossibile che l’anima possa trovare un corpo completamente giusto e affine rispetto le sue qualità animiche ed eteriche: essa deve in qualche modo accontentarsi di cercare ciò che più può fare al caso suo. Il fatto di trovare un corpo fisico più adatto è di grande importanza, perchè ciò agevola notevolmente la missione che l’anima dovrà compiere sulla Terra. L’io superiore dell’uomo lavora inconsciamente, in modo quasi automatico allo sviluppo del suo corpo fisico entro il grembo materno: l’iniziato riesce invece a fare questo con coscienza, in modo di poter plasmare la sostanza con la sua partecipazione volente. Ne consegue che gli iniziati s’incarnano sempre con corpi dalle fisionomie simili; gli uomini meno sviluppati hanno invece figure del tutto dissimili fra di loro. Più l’uomo si evolve e più sono simili le incarnazioni che si susseguono. Si dice difatti che l’iniziato rinasce sempre nello stesso corpo, nel senso che egli è capace di ricrearsi il medesimo involucro. Se un’individualità è progredita, il suo io sarà capace di improntare tramite la sua particolare e irripetibile forza, un corpo molto diverso dalla morfologia fisica e animica dei suoi genitori; se invece vi sarà un io debole, egli tenderà ad assomigliare maggiormente, nel fisico e nell’animico ai suoi genitori.
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