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IL TERZO “IO”: l’uomo angelo

IL TERZO “IO”: l’uomo angelo

Esistono tre “io”: l’inferiore, il superiore e il vero io.

–          L’io inferiore o ego, o terreno è ciò a cui ci identifichiamo quotidianamente, tramite l’attività pensante e senziente umana.

–          L’io superiore o trascendente, è l’essere spirituale che dopo la morte incontriamo nell’aldilà e insieme a lui, compitiamo il nostro agire e stipuliamo il nostro destino

–          L’io vero è il frutto, il compendio dell’evoluzione dell’inferiore unito all’io superiore: l’immagine futura di ciò che noi saremo e rappresenteremo come entità angelica  umana.


Questo “vero io” è un essere in formazione, in crisalide, una sorta di “bambino celeste” che vive nel grembo del mondo spirituale e nascerà alla fine dell’evoluzione terrestre:  quando il singolo uomo avrà superato la sua umanità da tutte le influenze ostacolanti e avrà adempiuto alla sua missione di uomo.

Nascerà quando non esisterà più differenza fra l’io terreno inferiore e l’io celeste superiore. Dall’interno o dalla “fusione” di questi due “io” si genererà il vero io.

Il vero io è quindi l’immagine futura che avremo come angelo, parte delle schiere angeliche: un essere purissimo che ha sviluppato e unito insieme l’amore e la libertà, come qualità fondante e qualificante la sua gerarchia di appartenenza: la decima gerarchia, gli “angeli dell’amore nella libertà.

Questa “immagine divina di noi”  non esiste solo nel futuro: proietta la sua forza anche nel presente. Potremmo stupirci, ma ogni volta che sentiamo l’entusiasmo per intraprendere un azione, quando si accende in noi la passione per ogni iniziativa che ci infiamma, dovremmo essere coscienti che questa forza proviene dal futuro, proviene dal nostro “Vero io”.

Esso, come “trasmettendo” indietro da tempi che ancora non esistono è ciò che ci indica la “via”, ciò che ci avvampa e ci spinge verso situazioni di vita e di destino. La forza che ci ha aiutato e ci aiuta per superare le prove quotidiane, che ci ha migliorato proviene da lui, dal nostro futuro essere angelico. L’io vero.

Esistono tradizioni attuali, che parlano di “dimensioni parallele”, di mondi  interagenti, a causa della non conoscenza della realtà dell’io. La fisica quantistica sta postulando un sistema che è frutto solo di ingenue deduzioni, “rubate” dall’esoterismo e male interpretate: si equivoca il fatto che un essere spirituale può muoversi ed agire nel futuro, e collegarsi con il presente. Ma non si tratta di una realtà parallela : è l’io vero che comunica con l’io attuale.

Non ci sembrerà possibile, ma questo vero io, questo angelo in gestazione che riposa in ogni uomo, può accadere ed è sicuramente accaduto che noi lo abbiamo visto, anche se solo per  incantati momenti : quando ci siamo innamorati di qualcuno.

Se riandiamo con la memoria a quegli intimi momenti, in cui la scintilla dell’amore è scoccata, possiamo sentire che allora, vedemmo negli occhi del nostro amato, l’immagine del suo futuro essere angelico. Abbiamo incontrato per un attimo, il suo vero io, la sua regale entità angelica del futuro.

La conoscenza di questo mistero, dovrebbe aiutarci nei momenti in cui perdiamo la stima dell’amico, del compagno, del fratello: cercare di riandare con la memoria a quel momento magico, in cui vedemmo l’archetipo del suo essere divino in divenire dovrebbe far risorgere in noi la magia dell’amore che ci unì in maniera così potente e celeste.

Tiziano Bellucci

 

Steiner ci ha dato questa poesia, in merito:


Creati un modo nuovo, forte e coraggioso, di vedere la fedeltà. Ciò che gli uomini chiamano generalmente fedeltà, svanisce rapidamente; trasforma invece in ciò che segue la tua fedeltà: nell’altro avrai sperimentato talune situazioni di brevissima durata, attimi in cui egli ti sia apparso come ricolmo dell’archetipo del suo spirito. Potranno poi sopravvenire altri momenti,periodi anche lunghi, in cui l’altro appare avvolto nell’oscurità. Proprio durante tali periodi dovresti imparare a dirti: lo spirito mi rinforza, io penso al suo archetipo umano che una volta ho avuto modo di vedere in lui. Questo archetipo sia oggetto del mio sforzo. Questo sforzo è fedeltà. E così, anelando alla fedeltà, ogni uomo potrà essere vicino all’altro con la forza di un’angelo custode.R. Steiner

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