top of page

La SFINGE e l’influenza sulla respirazione polmonare

La SFINGE e l’influenza sulla respirazione polmonare

Le opinioni oggi si dividono in due gruppi

  1. è l’apocalisse, moriremo tutti (negativisti mediatici e politici)

  2. è solo una banale influenza, muoiono solo i vecchi (positivisti new age e religiosi)

Se si resta nella dualità non si risolve mai il problema del bene e del male.

Esiste una terza possibilità, che non può divenire parte di un gruppo, ma di ogni individuo:

“stiamo vivendo un segno dei tempi: quello che accade è il rispecchiamento di ciò che l’umanità ha prodotto come evento “necessario”.

Ma quale è questa necessità?

Di fatto si è generata una malattia polmonare, connessa con il  processo della respirazione.

Cosa significa ammalarsi a causa di problemi polmonari?

La scienza spirituale dice che l’ansia, la paura, l’insicurezza, sono legati al respiro. Chi ha dubbi, chi si pone troppe domande, ha incertezze, respira male.

Cosa significa che le problematiche del “respirare” sono connesse con la spinta all’interrogarsi, al domandarsi?

Sino ad ora, e in questi secoli sempre maggiormente l’intelligenza è stata usata solo per “spiegare” il mondo, gli avvenimenti da un punto di vista materiale.

Le risposte alle domande sono sempre state di natura materiale e razionale.

Questo atteggiamento razionale, scientifico e fatalista ha soddisfatto apparentemente l’uomo: in realtà inconsciamente le anime umane si sono riempite di dubbi,  di sentimenti di insoddisfazione inconscia.

L’umanità è stata portata ad ignorare sinora, le proprie origini sovrasensibili e il senso della propria vita. L’uomo non sa nulla che in lui abita un anima sovrasensibile –dotata di altre intenzioni, non materiali – che si attende da lui di essere riconosciuta.

Questo “ignorare” inconscio, le risposte materiali e scientifiche hanno suscitato nell’anima dell’umanità infiniti dubbi, paure, insicurezze che hanno innescano un movimento di ansie, inquietudini, agitazioni all’interno dell’intimo essere umano.

L’umanità per decenni, per secoli, ha “covato” in se stessa l’INFLUENZA di idee materiali, che le ha tolte ogni sicurezza, ogni certezza, ogni fiducia riguardo l’esistenza della propria essenza spirituale.

La negazione di una dimensione spirituale fuori e dentro l’uomo, ha influenzato l’uomo riempendolo di una inconscio dubbio abissale.

L’anima di ogni uomo sa di provenire da un mondo sovrasensibile: sa che non esiste il caso. Sa di avere una destinazione che va oltre le aspettative e i disegni materiali ordinari.

Ora l’umanità è palesemente preda di paure e ansie a causa di un virus.

Il dubbio dell’umanità è divenuto:  “non ho un anima, sono solo fatto di materia? ”

Sino a qualche mese fa, l’umanità non si poteva nessuna domanda riguardo il significato e il proprio ruolo nell’esistenza.

Tutto si svolgeva come legato al caso, alla fatalità e si viveva sulla superficie degli eventi, facendosi trasportare da essi.

Le condizioni di vita attuali hanno inconsciamente creato nell’anima di ogni essere umano un grande attaccamento alla Terra, al punto di non arrivare mai a supporre che egli sia sulla Terra per altri motivi che non siano quelli contingenti legati ai bisogni e ai piaceri materiali provvisori.

In realtà, nell’intimo di ogni uomo esiste un essenza, che pur non essendo materialmente individuabile, lo guida durante la vita: è un elemento che lo accompagna sulla Terra affinchè egli possa fruire di essa come “base” per lo sviluppo della sua anima.

Questo elemento non è il DNA o il cervello.

E’ qualcosa di sovrasensibile, che abita nell’interiorità umana.

Ogni umano è portatore di questo elemento “sovrasensibile”.

Questo “principio” nell’uomo –una sorta di “monitore” saggio nascosto in noi- vorrebbe che l’uomo divenisse consapevole di essere sulla Terra non solo per uno scopo materiale.

L’antroposofia si occupa di fornire all’uomo le indicazioni per ritrovare e conoscere questo tipo di scopo “perduto”, smarrito dall’umanità

Come si è detto oggi si è generata una malattia polmonare, connessa con il  processo della respirazione. E quindi del dubbio, di sentirsi in ansia, per la mancanza di risposte


Nell’antichità il “dubbio” si presentava sotto forma di una Sfinge.

Esso chiedeva al discepolo antico: “

«Qual è l’animale che di mattina cammina a quattro zampe, a mezzogiorno con due e alla sera con tre?».

La risposta era “ l’uomo.

Ma questa domanda sottintendeva un doppio enigma: “cosa è l’uomo, e quale è il suo ruolo sulla Terra”.

La malattia attuale legata al “respirare” è nata quindi da una mancata spinta all’interrogarsi, al domandarsi.

Quale può essere il rimedio?

E’ semplice, occorre darsi delle risposte.

Che non siano quelle che sinora sono state date dalla società materiale.

Occorre procurarsi, intuire, cercarsi risposte inerenti al senso della vita umana.

Prima di tutto bisogna accorgersi di avere un anima.

E poi occorre prima informarsi su ciò che dicono coloro che hanno trovato quale è il senso della vita umana: gli iniziati.

Il ritrovamento della propria anima “perduta” e la conoscenza di quale sia la via dell’uomo sulla terra sono le medicine per “guarire” dalla malattia del respirare, dallo strangolamento della Sfinge.

Tiziano Bellucci

20 visualizzazioni0 commenti

Comentários

Avaliado com 0 de 5 estrelas.
Ainda sem avaliações

Adicione uma avaliação
bottom of page