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Le sette fasi di resurrezione nella TORRE OLIMPO di Chistian Rosenkreutz nelle Nozze chimiche

Le sette fasi di resurrezione nella TORRE OLIMPO di Chistian Rosenkreutz nelle Nozze chimiche

Le sette fasi simbolizzano per l’umanità le 7 sfere o incarnazioni planetarie – della durata di milioni di anni- attraverso cui l’umanità si evolverà.

Al contempo tali “sfere” possono essere compiute in una vita sola da un adepto che sia pronto ad accelerare e anticipare i processi evolutivi che si compiranno invece nei millenni per l’umanità.

  1. Nel 1° piano si pestano erbe per fare tinture (la preparazione, o studio) compenetrarsi di pensieri provenienti da comunicazioni di altri veggenti, affinchè ci si possa formare rappresentazioni plausibili e logiche, tramite similitudini, delle realtà soprasensibili. Ciò si chiama: vita in puri pensieri. Pestare le “erbe” è il trasformare i pensieri astratti in pensieri viventi, pensieri “piante viventi”.

  2. Nel 2° piano si sciolgono i corpi dei defunti e con l’essenza di tutti viene fatto un liquore, che viene versato in una sfera d’oro. E’ la coscienza immaginativa. Ci si deve esercitare a sperimentare in ogni essere o cosa sensibile la presenza di un essere o forma pensiero che lo anima. In ogni pietra, fiore o animale, ci si deve dapprima concentrare sull’intero processo che regna entro l’ente osservato, per poi generare un’immagine sintesi (essenza) che raggruppi in sè l’intera vita di quell’ente. Il liquore è l’elemento animico nell’uomo che diviene capace di vedere le auree. La sfera d’oro è il corpo eterico, l’aura vivente delle cose.

  3. Nel 3° piano la sfera viene aperta e messa al centro della stanza ove molti specchi rifraggono la luce solare verso la sfera. Dentro di essa, compare un uovo bianchissimo. Lettura della scrittura occulta; è la capacità di poter intendere l’alfabeto simbolico che si dispiega al discepolo che ha conseguito l’immaginazione. La luce UNICA dello spirito risplende entro l’aura e appare il vero essere della cosa contemplata: l’entità vivente che sta per manifestarsi, sta per nascere di fronte alla nostra consapevolezza. Si comprendono i vari nessi, insiti nelle immagini. Ciò equivale all’ispirazione.

  4. Nel 4° piano l’uovo viene sepolto in una sabbia calda e “covato” per portarlo a maturazione, e da esso nasce un uccello selvaggio (FENICE) con le piume nere. Esso va nutrito con il sangue dei re defunti. Esso cresce, diventa enorme ed aggressivo. Occorre legarlo appena nato, per impossibilità poi di domarlo. L’uccello perde le penne nere. Gli crescono prima bianche. Poi multicolori. Si tratta preparazione della pietra filosofale; essa si attua tramite particolari esercizi di respirazione. Essa riflette e anticipa un fatto futuro, quando l’uomo saprà, come le piante, tramutare il carbonio in ossigeno. L’uccello FENICE che nasce rappresenta lo spirito dell’uomo. Va nutrito con lo “sforzo” fatto dai RE del’anima, ossia dal sacrificio delle sue parti inferiori. Diviene pericoloso perchè non ancora domato, non umanizzato.

  5. Nel 5° piano la Fenice viene immerso in un liquido: perde le piume. Viene a crearsi una tintura BLU dal liquido in cui era immersa. Viene dipinto l’uccello di BLU. Siamo davanti alla corrispondenza macrocosmo/microcosmo; il cielo BLU, è l’universo. Il discepolo si conosce come arto parte dell’universo, capace di lavorare seppur individualmente e autocoscientemente, al comune bene e interesse dell’unico corpo universale. La cellula autocosciente.

  6. Nel 6° piano viene decapitato l’uccello il corpo viene incenerito e le ceneri conservato. Si giunge alla vita nel macrocosmo: ci si accorge di portare in sè una parte di Dio che si è resa capace nella separazione di poter ritornare entro la coscienza coscmica indifferenziata portandovi la propria coscienza soggettiva.

  7. Nel 7° piano, vi sono “soffiatori” che alimentano il forno Atanhor. Le ceneri della fenice vengono versate in due stampi creando due figurine umane di qualche centimetro. Prima di aver bruciato la Fenice, le si era estratto del sangue. Esso viene ora irrorato sulle due figurine umane. Si raggiunge la beatitudine divina: l’uomo partecipa alla volontà universale, identificandosi con essa.

Tiziano Bellucci

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