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Pensieri viventi: aprile 2025. Antroposofia

Aggiornamento: 4 apr

L'UOMO AMA I SUOI LIMITI

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Di fatto l’uomo solitamente chiama “libertà” tutto ciò che per via spontanea e naturale si esprime in lui: espressioni delle sue limitazioni come essere dentro corpo e anima.

Da notare che l’uomo dice “Io” a queste soggezioni –aggiunse America-, si identifica con esse.

Ama i suoi limiti.

E gli pare di difendere ciò che in lui vi è di più caro, quando asseconda i bisogni del corpo, le brame dell’anima e gli eventi del destino.

Chiama questo “Libertà”. Ma egli non è il suo corpo, i suoi condizionamenti, i suoi complessi. Egli è qualcosa d’altro.

Dal libro "l'arte della libertà" di Tiziano Bellucci


“L’Amore non è l’amore che si crede”


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Tante persone, milioni di esseri parlano di amore.

Si può dire che l’amore è -per la maggior parte degli umani -una forza che serve per dare e per ricevere energia.

 È una forza che serve per richiamare, per fare incontrare individui che hanno da risolvere insieme, karma, destino in comune.

Non è altro che "Potenza" attrattiva.

È la forza magnetica che attira a sé gli esseri legati da un destino.

Per individui che si sono maggiormente evoluti l’Amore significa un’altra cosa rispetto l’amore comune, l’amore degli umani.

Non è “solo un mezzo attrattivo del destino”.

E' la missione finale del pianeta Terra: la forza della fraternità globale.








LA MELANCONIA MOTORE EVOLUTIVO DEL'EGOISMO


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La nostalgia è "azione trattenuta": una volontà, un gesto che non è stato possibile esplicare, portare a compimento.

Quando si dona qualcosa e quel dono viene rifiutato o non accolto, apprezzato, si sperimenta questo occulto stato malinconico.

Quando si dona, e il dono viene accolto, si vive nella gioia che sperimenta l'altro: si è nell'altro.

Quando un dono viene rifiutato, si vive solo in se stessi.

Ci si ritrae e ci si sente rinchiusi in se stessi. Esclusi dal mondo. E' separazione, esilio dal mondo.

 La melanconia di essere stati esclusi.

Questo "agire respinto", è isolamento, solitudine: la base da cui sorse il principio dell'individualismo, per un sano e saggio egoismo nel mondo e nell'uomo.


IL GRAAL

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Per chi vuole è può capirlo, questo è il vero simbolo del GRAAL.

Meditandolo si rivela: L'anima LUNA quale COPPA,

 lo spirito SOLE quale OSTIA



I SETTENNI MANIFESTANO L’AZIONE DELLE VARIE GERARCHIE entro la biografia umana


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 Tutto ciò che nella vita terrena si presenta nell’uomo in successione di tempo, ossai nela propria biografia, è espressione delle Gerarchie.

 Da 0 a 7 anni, da 7 a 14, da 14 a 21, da 21 a 27 e così via, si presenta l’azione delle Gerarchie.

 All’inizio della vita sino ai 21 anni, prevale l’impulso animale, poi nell’esistenza intermedia qullo vegetale, e in quello della vecchiaia l’impulso minerale.

  L’azione e l’influenza delle 3 gerarchie si può schematizzare in tal modo:

3° gerarchia: agisce dalla nascita, per i primi 3 settenni soprattutto sul sistema neurosensoriale (forze astrali/animali): da 0 a 21 anni;

2° gerarchia: agisce sul sistema ritmico (forze eterico/vegetali), sull’anima dai 14 ai 35 anni; (interagendo quindi nel 3° settennio insieme con la 3° gerarchia)

1° gerarchia: agisce sulla volontà (forze spirituali/minerali),dai 28 ai 49 anni. (interagendo nel 3° settennio con la 2° gerarchia)

                                   LE ESIGENZE DEL KARMA

 Sotto la guida degli Esseri di saturno, Giove e Marte, la 3° gerarchia inscrive nel sistema neurosensoriale le esigenze del karma, ossia l’individuo appare con determinate facoltà o predisposizioni fisiche e animiche, tramite le quali dovrà potenzialmente trarre i mezzi del suo agire. La 3° gerarchia ci dice: tutto ciò che ritrovi in te lo hai portato da esistenze precedenti: ora lo devi portare con te, devi prenderlo su di te. Saturno, Giove e Marte t’imposero, a mezzo nostro, quest’esperienza. In te è celato in potenza tutto ciò che devi adempiere in questa tua esistenza.

                           L’ADEMPIMENTO DEL KARMA

 Nel periodo invece che va dal 28° al 49° anno, appare il momento in cui si devono eseguire gli adempimenti del karma, ossia occorre realizzare i propositi o le determinazioni corrispondenti,prese prima d’incarnarsi onde compensare eventi passati o per iniziarne altre che saranno l’impulso per la generazione di eventi futuri.

 In questo periodo agisce quindi la 1° gerarchia, sotto forma di inflenze volitive; essa ci dice,dal 28° anno: “stiamo attendendo che tu realizzi e adempi alle tue mete, alle tue determinazioni spirituali che gravano in te; ricorda che se non riuscirai a portare a compimento tali propositi entro il 49° anno della tua età esse rimarrano in te,e dovrai portarle con te di nuovo nella prossima vita.”

Tiziano Bellucci (rielaborazioni da 11° conf. Nessi karmici 2, Rudolf Steiner)


LA MENOPAUSA e ANDROPAUSA

Durante i vari settenni le forze vitali si trasformano.

Esse possono trasformarsi, in forze del pensiero; ma possono anche essere utilizzate per la funzione degli organi che hanno contribuito a costruire.

È quello che osserviamo per i testicoli e per le ovaie al momento della pubertà.

Più tardi, alla menopausa e nel'andropausa , quando questi organi rallentano o cessano la loro funzione,queste forze ridiventano disponibili.

Esse allora dovranno subire una nuova metamorfosi sul piano spirituale e trasformarsi in saggezza e bontà.

Parallelamente alla metamorfosi delle forze di moltiplicazione, assistiamo a quella delle forze di strutturazione il cui compito si riduce, ugualmente a vantaggio del pensiero.

La crescita si ferma perché le forze, sia di riproduzione che di strutturazione, sono trasformate e utilizzate su un piano diverso: su un piano spirituale, di saggezza evolutiva.

tratto da Medicina antroposofica Victor Bott

a cura di Tiziano Bellucci

IL MISTERO DELL'ORIGINE COSMICA DEL MALE


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Sull’antica ERA lunare, non tutti i cherubini accolsero i sacrifici dei troni.

Alcuni di essi deciso di non accogliere i sacrifici: rimandarono indietro sostanza sacrificale, affinché altre entità potessero approfittare di quel loro “rifiuto”.

Altre entità inferiori ai cherubini si impadronirono della sostanza sacrificale respinta: esse si incorporarono in essa, utilizzandola come corpo per fondarvi una coscienza.

Questo produsse in loro la qualità di “ritardatari”. Il rifiuto dei cherubini originò la possibilità per quelle entità inferiori di separarsi dal dominio delle gerarchie al loro superiori. Esse divennero indipendenti, potendo usufruire di un corpo proprio. I cherubini quindi volutamente non accolgono sostanza sacrificale per dare l’opportunità a certe entità che verranno poi chiamate “luciferiche” di restare indietro.

Non si tratta quindi di una colpa, ma di un disegno ben preciso. Se i cherubini non avesse respinto la sostanza non avrebbe potuto generarsi i Luciferici. Si può dire che furono gli stessi Dèi a creare i loro avversari.

Essi prevedettero che sarebbero state necessarie delle entità operanti con libero arbitrio.

L’origine del male è da ricercarsi nelle cosiddette entità buone, che con la loro rinuncia generarono le entità in grado di diffonderlo.

Il male offre la possibilità della libertà.

Elaborazione dal testo "L'evoluzione secondo verità" di R. Steiner a cura di Tiziano Bellucci



IL MALE NON PUO' MAI VINCERE IL BENE

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 Nel buio basta accendere una piccola candela per vincere l'oscurità: serve una minima quantità di luce per illuminare la tenebra.

Molto male non può oscurare il bene.

Basta solo un pò di bene per vincere il male.

La luce- anche se piccola- è piu forte della tenebra.

Nella conferenza del 25 giugno 1908 sull’Apocalisse, R. Steiner esclama:

«Gli uomini parlano di bene e di male, ma non sanno che per il piano cosmico è necessario che il male raggiunga il suo culmine affinché chi lo deve superare, proprio in questo superamento, eserciti la forza che fa sgorgare un bene tanto più grande».

Tiziano Bellucci



IL POTERE DELLA PREGHIERA DI UN BAMBINO


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Un bambino è più collegato con il mondo spirituale rispetto ad un adulto: proprio perchè non è ancora pienamente consapevole, la sua preghiera arriva in modo piu diretto.

Vi è piu purezza e onestà.

La preghiera di un bambino è più potente di quella di un adulto. Perchè il bambino prega con il cuore, non con la mente.

 E' questo ciò che differenzia un "santo" da un "uomo comune"

 Essere puri come un bambino.

"Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli." (Matteo 18)

Chiedete ai vostri figli di pregare per voi e per il mondo: chi ha in casa un bimbo ha un grande potere di protezione.

Tiziano Bellucci

SUPERARE LA NOIA COME VIA DI RISVEGLIO


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Tutto primo poi, nel suo ripetersi nella medesima forma, crea l’assuefazione, l’indifferenza, la noia.

Dedicarsi alla pratica della concentrazione conduce spontaneamente ad un onestà interiore che sa discernere ciò che è vano da ciò che non lo è.

Conduce ad eliminare la noia, a superarla.

Piano piano si instaura nell’anima la tendenza ad essenzializzarsi, a godere della semplicità: che significa eliminare la noia. Infatti imparare a godere dell’essenza delle cose, significa smettere di essere complicati, di desiderare l’apparenza.

Cessa così la necessità della noia di stimolarci verso un soddisfacimento che il più delle volte è solo fittizio, inutile.

Il problema è dunque questo: l’umano si annoia. E questa noia produce in lui l‘attitudine a vivere nella continua pratica del rinnovare il suo mondo esteriore e interiore apportandovi stimoli nuovi o rinnovati.

Se io imparo ogni giorno a concentrarmi su un oggetto, mi sottopongo ad un attività che mi educa a godere di ciò che vive nella noia.

Scopro in essa un altro principio.

Al principio concentrarsi è difficile, perché ci si trova ad operare contro natura. Occorre imporsi tale attività, come un obbligo, un dovere.

La mente ordinaria non vuole cedere alla monoidea, tende al pluralismo.

Ma con il tempo si arriva ad un superamento della consueta noia, facendo leva su essa stessa.

Si produce uno “scatto” della coscienza ed ecco che ogni monotonia sparisce, e si palesa uno “stato” in cui la calma e la serenità divengono la base dell’esistenza. Ci si accorge che oltre il muro della noia, dimora la calma universale, la pace. Come se fosse stato disposto che la monotonia dovesse fungere da “guardiana” sulla soglia dell’ armonia interiore.

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L'animale, la pianta e il sasso non si pongono domande sul senso della loro esistenza, sul passato e il futuro, sulla natura dell’ universo, sull’origine e la fine della loro vita.

L’ape, l’uccello, il pesce, il microbo non si muovono secondo una loro volontà, ma perché la natura li guida ciecamente nelle loro mansioni, nei loro ruoli animali.

 Nell’umano vi è quindi un principio, una forza che non troviamo negli altri regni.

 Un principio di individualizzazione che la scienza chiama “intelligenza”.

 Una forza che così come può elevare l’uomo al di sopra degli altri regni della natura, può anche condurlo a contrastare la natura stessa, sino ad arrivare a distruggerla.

 Questa forza si chiama “io”. E in tutte le tradizioni viene sentita in rapporto con una altra parola: “Dio”.

Questo “spirito”, o principio simile a ciò che organizza e trama nel movimento dell’universo, causa un particolare effetto sull’uomo: cercare il senso della vita.



I FARMACI, IL DORMIRE E LE FORZE ELEMENTARI


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All’interno di ogni pianta agiscono diversi esseri elementari. Sono quelle stesse forze che conferiscono anche determinare qualità curative riguardo la salute dell’uomo.

Ogni evento terapeutico ha alla sua base un processo, una relazione che si accende con un dato essere elementare, quando si assume un dato farmaco contenente un elemento vegetale, o minerale o animale. Quando si somministra una data sostanza, essa comincia ad agire, ma solo durante la notte.

Perché nella notte? Perché quello è il momento in cui la “sostanza farmacologia” ingerita può direzionare il corpo astrale dell’ammalato che dorme, entro una data sfera del mondo elementare, dove risiede appunto l’essere elementare che “amministra” un dato e preciso vegetale.

Si avvia un rapporto fra l’essere e il corpo astrale umano: la forza curativa viene tratta dal mondo elementare, inserita nell’astrale e riportata nel corpo eterico e fisico.

Al risveglio l’uomo potrà così usufruire dell’effetto curativo. Per curare una patologia è quindi indispensabile il dormire: perché solo così la sostanza medicinale può fungere da recettore per attrarre il corrispondente essere elementare benefico.

Sintesi elaborata, a cura di Tiziano Bellucci tratta da R. Steiner O.O. 222 (2° conferenza)

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“Di notte voglio parlare con l’Angelo

Se riconosce i miei occhi.

Se egli improvvisamente chiedesse: “Vedi tu l’Eden?

Io dovrei rispondere: “l’Eden brucia.”

Voglio innalzare la bocca verso di lui,

indurita come chi non ha più desideri.

L’Angelo direbbe: “Intuisci tu la vita?”

E io dovrei rispondere: “la vita consuma.”

Se trovasse in me qualcosa di quella gioia

che è eternamente presente nel suo spirito

e la innalzasse nelle sue mani

io dovrei dire: “La gioia confonde”.

Rainer Maria Rilke


IL DUE E L'UNO


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Di certo l’ambizione di “fare dei due una carne sola” è una meta che appartiene di più ad un processo che deve compiere la coscienza, che non un fatto fisico.

 Tuttavia al principio, si deve cercare se stessi attraverso l’altro: altrimenti non avrebbe senso la vita sociale e di coppia. Si deve amare l’altro per divenire capaci di trovare l’amore in se stessi. Il contrario è quasi impossibile.

Può nascere la massima capacità di amare solo se si conosce e si sperimenta il suo contrario: l’odio e l’egoismo.

E questo poteva solo succedere su un pianeta predisposto: la Terra.

Solo un amore divenuto egoista, quindi un amore prigioniero delle sue brame e passioni, può risorgere come amore libero, che ama senza desiderare. Che è la mèta dell’uomo.

  Vi è bisogno di amore. Di tenerezza e di calore. Non attraverso la sola conoscenza e l’astrattezza dei concetti realizzeremo il progetto divino. Ma attraverso la reale pratica d’amore.

Praticare l'amore è comprendersi, capirsi, accettare e accogliere l’altro come un essere che come noi, ha i nostri stessi desideri.

 In realtà non vi umano che non abbia bisogno d’amore e non voglia amare, come noi: soltanto che non lo sa ancora.

Si tratta soltanto di accorgersene.

 E di cominciare ad incontrarci su questo piano.

Ora.



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« L’uomo è il cervello. La donna è il cuore.

Il cervello genera la luce, il cuore l’amore.

La luce feconda, l’amore risuscita.

L’uomo è forte per la ragione.

La donna è invincibile per le lacrime.

La ragione convince, le lacrime commuovono.

L’uomo è capace di tutti gli eroismi, la donna di tutti i martiri.

L’eroismo nobilita, il martirio sublima.

L’uomo è un codice. La donna è un vangelo.

Il codice corregge, il vangelo perfeziona.

L’uomo pensa. La donna sogna.

Pensare è avere nel cranio una larva; sognare è avere sulla fronte un’aureola.

L’uomo è un oceano. La donna è un lago.

L’oceano ha la perla che adorna; il lago la poesia che abbaglia.

L’uomo è l’aquila che vola. La donna è l’usignolo che canta.

Volare è dominare lo spazio; cantare è conquistare l’anima.

L’uomo è un tempio, la donna è il sacrario.

Davanti al tempio ci scopriamo il capo, davanti al sacrario c’inginocchiamo

Infine, l’uomo è posto dove termina la terra; la donna dove comincia il cielo».

Víctor Hugo

Conforto per le prove della vita, nei momenti difficili

"Cerca di essere paziente verso tutto l'insoluto del suo cuore,

e cerca di tentare di amare le domande stesse come stanze chiuse,

e come libri scritti in una lingua molto estranea.

Non cercare ora le risposte, che non possono esserti date perché non le potresti vivere.

Mentre si tratta appunto di vivere tutto. Ora vivi le domande.

Forse così a poco a poco, insensibilmente, ti troverai un giorno lontano a vivere la risposta”.

Rainer Maria Rilke


QUANDO LA SCIENZA ERA INUTILE


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Non si deve credere che l’uomo abbia sempre “pensato” o creato in se i pensieri come fa ora.

Una volta la conoscenza non era “studio”, informazione: era esperienza diretta.

 Ad es. il greco antico non elaborava da se stesso il pensiero tramite memorie e associazioni, comparazioni, ma riceveva dall’esterno –durante l’esperienza di percezione- i concetti già pronti, già definiti. Mentre osservava, oltre alle forme e i colori, sorgeva in lui anche il concetto o idea della cosa osservata, come “riversata” dentro di lui.

Oggi, osservando un colore o una forma di un oggetto non si può credere che siamo noi, con la nostra attività “a creare forma e colore”: le riteniamo qualità che provengono dall’esterno, appartengono all’ente osservato.

Allo stesso modo “sentiva” il greco: il concetto o conoscenza della cosa osservata era dentro alle cose; non era qualcosa che egli creava dentro la sua testa. Sentiva che da fuori, da dentro le cose, la conoscenza penetrava dentro di lui.

L’antico greco, di fronte ad una rosa, non aveva bisogno di andarsi a leggere trattati di botanica o conoscenze enciclopediche: riceveva istantaneamente mentre guardava, la comunicazione vivente di ciò che era presente come “essenza” dentro l’oggetto osservato. Aveva l’esperienza spirituale della cosa in sé. Non elaborava in proprio le sue opinioni: si creava una conoscenza diretta, fra osservatore e “osservato”. Riceveva come un dono, i pensieri dal mondo spirituale, dagli esseri elementari. A quei tempi una “scienza” come quella attuale che computa, analizza, compara e ipotizza non sarebbe servita a nulla: perché si arrivava ad “incontrare” l’essere, non la sua “spiegazione”, o la sua ipotesi.

L'iniziazione è quella via che permette all'uomo di essere in grado come nell'antichità di collegarsi con il divino, non come dono, ma con sforzo interiore, quindi con piena consapevolezza, partendo da se stesso.

Tiziano Bellucci


AFORISMI DI APRILE


L’uomo è un essere spirituale che viene sulla terra per fare un’esperienza materiale, per portarne i frutti da dove è provenuto.

L’unico dovere che abbiamo è di diventare sempre meglio di quello che siamo. Rimanere come siamo, è il vero peccato. E' anzi un vero "peccato". Non aspirare a poter sviluppare una migliore relazione con se stessi e di conseguenza, con il mondo è una grave perdita.


E' di certo una questione di destino, quale libro di Rudolf Steiner ci "capiti" per primo fra le mani.


Ai sospiri dell'amata la notte intera si innalza; una carezza leggera percorre il cielo stupito.

E allora è come se nell'universo una forza elementare ridiventasse la madre di tutto l'amore smarrito.

RAINER MARIA RILKE


Il Pianeta Terra supporta il progetto di autosservazione dell'Universo (Dio) dall'interno dell'uomo.


Se vuoi volare in alto come un aquila devi anche accettare che sarai solo. Nessuno potrà seguirti così in alto.


L'uomo antico sentiva lo spirito operare fuori di sè, come DIO. Oggi, l'uomo avverte lo spirito dentro di sè, come IO.

Il male, la rabbia, la stizza che appare di tanto in tanto, è solo la “schiuma” che si scioglie subito dopo, nelle onde dell’eterno oceano del divenire


Fare "peccati" è piacevole. Questa è la fregatura e il bello della vita.


E' più feconda una discussione con un ateo, che con un qualcuno che crede di canalizzare lo spirito.

"Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Io sono con voi, fino alla fine del mondo" (Matteo, 28)


"Se credi nella musica non avrai mai da pentirti. Lei ti sosterrà. Perchè Lei non è una cosa, ma una Persona reale".


Sulla terra acquisiamo una “Licenza di sbagliare”: impariamo solo dagli errori. Dall'attrito si crea forza interiore nuova.

Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera, senza l’ansia che dopo possa non giungere l’estate. Perchè l’estate giunge.

Ma giunge solo a chi è paziente e vive come se l’eternità gli stesse innanzi, così sereno e spensierato e vasto.”

Rainer Maria Rilke



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