Carissimi lettori, ricercatori ecco il "notiziario vivente" di settembre 2024. L'estate sta finendo, e con lei nasce il tempo dell'azione libera, del pensare liberato.
Tutti i programmi e studi antroposofia:
GODERE LA VITA IN MODO PIENISSIMO: il ribaltamento del concetto di "vivere"
Perchè ti accontenti di soddisfarti solo con ciò che vedi?
Chi non riesce ad amare tutto, a conoscere tutto, è un peccatore. La natura umana stessa lo condanna.
Si tratta di imparare ad amare secondo la natura umana: che non è amare tramite i sensi, che non è conoscere tramite il cervello. E' amare spiritualmente, pensare spiritualmente.
Quindi il problema non è godere "a tutti i costi", ma imparare a godere anche di ciò che è invisibile agli occhi: perchè è "lì" che viene perduto il massimo godere.
Ci sono individui, che sono riusciti a "godere" delle cose invisibili e si chiamano "beati".
L’immorale è coltivare la conoscenza e l’amore meno di quello che si potrebbe: questo è l’immorale. Immoralità è mancanza di conoscenza e mancanza di amore là dove si potrebbe coltivarli, viverli pienamente.
L’uomo ha la possibilità di vivere al 20%, al 50 o al 100% la sua vita, a seconda della sua libertà.
Perchè vivere ad un decimo della possibilità intera del godere se è possibile vivere tutto interamente?
Chi vive dando valore solo ai beni e al godimento proveniente dai sensi e dalla materia, si limita molto: vive al 25% della sua vita, rispetto il 100% di colui che vive di ciò che esiste dietro i sensi e la materia.
Il concetto di “vivere pienamente” va ribaltato: non si tratta di concedersi tutti i capricci e gli agi di questo mondo materiale: occorre prendere dalle esperienze ciò che è oltre l’apparenza dei sensi e godere anche di ciò che è invisibile ai sensi.
Tiziano Bellucci
La costruzione del proprio tempio futuro (generazione del proprio sé manas)
Un tempo la nostra anima e il nostro spirito era diffusa entro i mondi spirituali: non era nostra proprietà, ma era parte dell’essere di altre gerarchie superiori. Oggi, quegli esseri spirituali di cui eravamo parte, sono diventati una parte di noi stessi.
L’essenza spirituale (dono degli Elohim) e animica (dono delle Virtù sull’Antica Luna) era parte di esseri che vivevano in modo autonomo: è diventata ora il nostro spirito, la nostra anima. L’essenza eterica (Kyriotetes, Antico Sole) e fisica (Troni Antico Saturno) è divenuta il nostro corpo eterico e il nostro corpo fisico.
I nostri corpi un tempo erano parte del mondo spirituale oggettivo: ciò era esterno è stato interiorizzato.
Si può dire, allo stesso modo, che ciò che ora è esterno quale mondo minerale, vegetale, animale, diventerà parte della nostra entità umana, verrà interiorizzato. In una fase futura si sarà completamente dissolto tutto ciò che come umani abbiamo costruito, progettato,creato entro il mondo minerale. Tutte le creazioni si distruggeranno nel tempo: dipinti, statue, chiese, palazzi, spartiti musicali, ma non andrà perduto l’effetto di ciò che si è prodotto nel mondo. Ciò che di bello, grande e bello è stato fatto, fabbricato e “goduto” da altre anime, altri spiriti, diventerà una dote che farà parte del nostro sé superiore. Comparirà come parte di un “corpo superiore”, donato non più da altre entità spirituali come in passato, come dono che precedentemente fu fatto da noi al mondo, ma che tornerà indietro a noi come nostro dono, come dote, facoltà parte del nostro essere spirituale.
Si può dire che così come un tempo gli Dei crearono i nostri corpi, noi stiamo creando con la nostra volontà, le nostre azioni, i nostri corpi futuri. E più queste idee, queste creazioni sono belle, più avremo in noi un corpo superiore bello.
L’atomo/seme dell’evoluzione e la sua moltiplicazione
La nostra umanità ha il compito di trasformare il mondo minerale mutandolo in opere d’arte, da edifici prodigiosi, a tecnologie prodigiose, inserendo l’ingegno umano negli atomi fisici.
Secondo il disegno dei Maestri della loggia bianca, la terra diverrà un opera d’arte: essa è stata già pensata, progettata come il germe fisico terrestre che si metamorfoserà e diventerà la sostanza astrale del futuro mondo di Giove.
Come avverrà, questa trasformazione futura dalla realtà fisica a quella astrale?
Per comprendere questo, è importante sapere che la Terra attuale si è composta, generata provenendo da una condizione più sottile, astrale, che è chiamata “antica Luna”.
Conclusa l’evoluzione lunare tutto l’insieme delle creature e degli esseri si rimpicciolirono, si contrassero, e restò un solo atomo astrale, contenente “compresso” in sé tutto il lavorio compiuto sull’antica luna.
Dopo una fase di riposo, di sonno (Pralaya) quell’atomo venne moltiplicato all’infinito: miliardi di atomi si distribuirono nell’atmosfera e si diversificarono alcuni divenendo corpi di minerali, altri di vegetali, di animali, altri diventarono gli atomi che compongono il nostro corpo fisico.
Allo stesso modo, alla fine dell’evoluzione terrestre, tutta la sostanza terrestre si comprimerà, si rimpicciolirà e diverrà uno spazio infinitesimo, dotato di un atomo, un solo atomo contenente tutto il progresso e il frutto di tutti gli sforzi compiuti dall’insieme delle gesta umane, dei pensieri creativi umani. In questo spazio piccolissimo sarà concentrata tutta l’evoluzione terrestre. Questo atomo non sarà fisico, ma sarà un atomo “astrale”.
Questo microscopico atomo astrale verrà poi moltiplicato, infinitamente, e questa moltitudine di nuovi atomi (recanti il frutto terrestre) diventeranno i componenti, le molecole astrali, le cellule di un nuovo mondo, definibile come Giove.
Su Giove il nostro futuro corpo umano, tutta la sostanza della terra, non avrà più una base fisica, ma sarà tutto su base eterico/astrale/spirituale: questa “base” sarà strutturata di atomi (moltiplicati) arricchiti dalle qualità realizzate nella passata evoluzione terrestre.
Rielaborazione di Tiziano Bellucci, (da simboli e misteri, O.O 93 R. Steiner)
Le anime degli animali
Secondo la scienza spirituale ogni animale fa parte di un’anima di gruppo, di specie: non ha uno spirito individuale. Questa anima di specie, riassorbe dopo la morte dei propri esemplari sulla terra, le varie esperienze che ogni animale fa, e si arricchisce di esperienze grazie alla totalità di sperimentazioni fatte dal singolo animale. Il “frutto” di ongi singolo animale, fruttifica in seno alla sua specie. Quindi non è l’esemplare che si evolve, ma la specie che si perfeziona sempre più. Ogni uomo ha invece uno spirito, qui ha uno spirito che sovraintende alle sue varie reincarnazioni sulla Terra. Non si può parlare di “specie di gruppo umana”, perché ogni uomo è una specie a sé. Il suo spirito opera irraggiando la sua volontà tramite un unico esemplare sulla terra.
Si può anche dire che l’anima di gruppo animale si manifesta e si evolve governando la totalità dei suoi esemplari presenti sulla terra contemporaneamente, nello stesso spazio terrestre e stesso tempo, mentre l’io dell’uomo governa e si manifesta nella totalità delle singole reincarnazioni umane.
Ad es. ci sono 20 leoni in uno spazio di qualche kilometro nella savana, che vengono sovraintesi dalla stessa anima di gruppo che li segue e li conduce nelle loro esperienze di felini. Nell’arco di 20 mila anni un dato spirito umano ha avuto 20 reincarnazioni, 20 vite si sono susseguite una dopo l’altra in nazioni, continenti e spazi diversi, per 20 volte ha cambiato involucro, corpo, lavoro, razza e famiglia.
I 20 leoni sono incorporazioni del medesimo spirito del leone, nello stesso tempo e nello stesso luogo; le 20 personalità umane che si sono reincarnate nel lasso di tempo di ventimila anni, sono incorporazioni del medesimo spirito umano in luoghi diversi.
Mentre lo spirito di gruppo animale si esprime comparendo e agendo come “istinto, intelligenza di specie” in un gruppo di animali che vivono –nello stesso lasso di tempo- l’uno affianco all’altro, ma anche in spazi e territori diversi, l’io dell’uomo “distribuisce” i suoi esemplari comparendo in personalità umane, ma non contemporaneamente una affianco all’altra, ma ognuna in tempi diversi, in vite susseguenti.
L’io dell’animale vive nello spazio, l’io umano vive nel tempo.
Gli animali addestrati sono intelligenti?
Si è studiato che animali ammaestrati, abituati ad eseguire determinati comportamenti, possono trasmettere nei loro successori, per via ereditaria, le qualità conseguite, le capacità acquisite da un esemplare. Alcuni “avi” possono avere ricevuto un addomesticamento, il quale “passa” ai suoi figli, e questi si presentano come predisposti ad avere la stessa capacità del genitore. Questo dimostrerebbe che negli animali i “talenti” possono essere ereditati: nel loro patrimonio genetico, rimane l’impronta degli apprendimenti degli avi?
Se si “doma” o si addestra un animale, si crea in lui un’abitudine la quale “giunge”, penetra sino alla sua anima di gruppo. Quest’attitudine, si eredita anche nei successori: i cosiddetti animali domestici sono tali perché secoli di convivenza con l’uomo hanno riprodotto una somiglianza con l’umano.
La scienza spirituale afferma che non è un fatto soltanto “chimico” la trasmissione dei geni caratteriali, ma che date esperienze fatte da alcuni animali divengono “capacità”, doti conquistate dall’anima di gruppo di quella specie.
In ogni uomo vi è una memoria che si arricchisce dalla somma delle esperienze fatte: l’insieme dei ricordi mnemonici, crea disposizioni che dotano l’individuo di nuovi talenti, di nuove “capacità”; lo stesso avviene nell’anima di gruppo animale: non la singola bestia, ma l’io della sua specie (che vive nei mondi astrali) accumula esperienze, che lo “dotano” di facoltà nuove.
In altri termini, lo spirito di gruppo degli equini, si “arricchisce” di una facoltà derivata dall’ammaestramento impartito sulla terra dai vari “cavalli”. Questa facoltà può distribuirla ad altri esemplari, facendo parte del “patrimonio genetico” di specie. Con questo si spiega il termine di “istinto” animale: esso è la somma delle esperienze fatte da milioni di esemplari nel tempo, che vivendo sulla terra si sono adattati e perfezionati all’ambiente, lottando al fine di generare capacità o inclinazioni adatte per permettere la sopravvivenza della specie, le quali vengono poi trasmesse a tutti gli animali.
La scienza dice che solo le specie che si sono adeguate all’ambiente, attuando mutamenti nel modo di vivere e di comportarsi si sono evolute, chi non si è adeguato è degenerato, estinto. Tutte le specie, anche possenti e potenti, si sono estinte perché non hanno avuto la capacità di stare al passo con le condizioni ambientali.
L'incapacità di elevarsi dalla concezione materiale
Adamo ed Eva, Javhè, gli Elohim, la Merkaba, gli angeli, gli UFO, sono esseri privi di materia fisica: sono tutte rappresentazioni che però l'intelletto vuole pensare a sua immagine e somiglianza.
Il materialista deve pensare secondo la sua capacità rappresentativa. Egli vive in un mondo fatto di materia e crede che solo ciò che è materiale è reale.
Un poeta diceva: "se su un pianeta vi fossero esseri con 3 occhi e due bocche anche Dio apparirebbe allo stesso modo.
L'uomo e il divulgatore moderno pensa che tutti i miliardi di uomini vissuti nel passato fossero più arretrati di lui, più ignoranti e sognatori, perchè essi credevano, "vedevano" mondi privi di materia. Sembra che solo oggi si sia raggiunta la "vetta" del sapere e della conoscenza.
La questione è diversa: risalendo indietro, l'uomo aveva capacità intuitive e una sensibilità maggiori rispetto oggi. Non era un "sognatore", ma un chiaroveggente. Testimoniava in prima persona, come esperienza di evidenza che esistavano altre dimensioni e realtà, non fisiche.
Lo spirito non ha apparenze umane. E non si muove nello spazio e nel tempo. Esiste in un altro stato di coscienza. .Nel decalogo di Mosè esiste un comandamento che dice: "non ti farai nessuna immagine di dio" perché egli è spirito e lo spirito non ha nè forme, nè colori.
Non si creda si tratti di un concetto "troppo" complicato: anche durante il sogno si vive in un altro stato. Infatti si crede esistano i sogni. Lo spirito vive esprimendosi su un piano privo di materia. Il problema dell uomo è credere che solo ciò che si presenta costituito di materia ha valore di realtà. Il resto non esiste. Si dobrebbe però dire la stessa cosa dei pensieri e dei sentimenti. Della musica. Essi non sono visibili. Quindi non esistono, non producono effetti?
Chi avanza interpretazioni materiali sul "come dio creò l'uomo" su come gli angeli si manifestano sulla terra, su come gli egizi, i caldei, i babilonesi pensavano o vivevano è un individuo limitato. Chiunque interpreti i testi sacri in modo materialistico non ha capito che lo Spirito non è fatto di materia. È antimateria. Che sia un prete, un traduttore o un canalizzatore, uno scienziato o un uno pseudo divulgatore. E non si può attendersi da costui qualcosa di utile.
Perché i sogni appaiono così caotici disordinati?
Nel sonno l’io e l’astrale lavorano fuori del corpo fisico ed eterico per predisporre il karma per la futura incarnazione dell’individuo.
Avviene una ricapitolazione e un giudizio morale delle azioni compiute durante il giorno. Questa “preparazione” (che rimane inconscia dopo il risveglio) ha bisogno di essere intessuta di una saggezza enorme, per essere realizzata in tutti i particolari: può essere fatta solo dalle Gerarchie spirituali, dopo la morte dell’uomo.
Le immagini di questo lavoro di elaborazione si frammischia con i sogni, facendoli apparire “caotici”, disordinati. Essi testimoniano le disarmonie fra l’attuale biografia e il vero uomo spirituale.
Rielaborazioni di o.o. 226 R. Steiner, a cura di Tiziano Bellucci
I TRE DETTI ROSACROCE
Esistono tre detti Rosacroce in latino, che riassumono la Trinità presente e agente nell’uomo:
“Ex deo nascimur"
“In Cristo morimur”
“Per Spirictum Santum reviviscimus”
vediamoli rifacendoci al Vangelo di Matteo cap.23.
“E non chiamate “Padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste.”
L’unico Principio da cui deriva e appartiene ogni uomo è l’Io cosmico, Dio. Primo detto Rosacroce dice “Ex deo nascimur" (da Dio siamo nati)
“ E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo”.
Il riferimento interiore, che dà equilibrio, direzione e sostegno è il sentimento morale: il recare in sé il Nome del Figlio, il Cristo. Il secondo detto Rosacroce dice “In Cristo morimur” (in Cristo siamo morti)
“Ma voi non fatevi chiamare “rabbì” (maestro), perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli”.
Esiste solo un maestro, quello interiore: il proprio Sé, la voce dello Spirito Santo che si avverte nel proprio io individuale.Lo Spirito Santo che esiste in ogni umano, ci rende tutti fratelli, ossia figli dello stesso Genitore. Il terzo detto Rosacroce dice: “Per Spirictum Santum reviviscimus” (grazie allo Spirito Santo siamo risorti)
La sequenza Rosicruciana è la seguente:
“Ex deo nascimur"
“In Cristo morimur”
“Per Spirictum Santum reviviscimus”
Tiziano Bellucci
Spunti da Il “mistero delle cattedrali” di Fulcanelli
Tutte le chiese hanno l'abside rivolto verso sud-est e la loro facciata verso nord-ovest, mentre i transetti, che formano il braccio trasversale della croce, sono orientali nella dirczione nordest, sud-ovest. Questa orientazione è invariabile, deliberatamente voluta, in modo che i fedeli ed i profani entrando in chiesa da Occidente, avanzassero dritti verso il santuario con la faccia rivolta verso il luogo da cui sorge il sole, verso Oriente, la Palestina, culla del cristianesimo. Essi lasciano le tenebre e vanno verso la luce.
Nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, il pilastro di
mezzo, che divide in due il vano d'ingresso, ci offre una serie di rappresentazioni allegoriche delle scienze medioevali. Di fronte al Sagrato, - ed al posto d'onore, - l'alchimia è raffigurata da una donna la cui fronte tocca le nubi. Seduta in trono, ella ha nella mano sinistra uno scettro - segno di sovranità - mentre con la destra tiene due libri, uno chiuso (esoterismo) e l'altro aperto (essoterismo). Mantenuta tra le sue ginocchia e poggiata sul suo petto si eleva la scala dai nove gradini, - scala philosophorum, - geroglifico della pazienza che deve essere posseduta dai suoi fedeli nel corso delle nove successive operazioni della fatica ermetica. «La pazienza è la scala dei Filosofi, ci dice Valois, e l'umiltà è la porta del loro giardino, perché a chiunque persevererà senza orgoglio e senza invidia. Dio farà misericordia.»
Il BERRETTO FRIGIO E L’INIZIATO ALCHIMISTA
Il berretto frigio era un copricapo tipico dell'abbigliamento persiano diffuso tra il VI e il II sec. a.C., solitamente realizzato in pelle di capretto e tinto di un vistoso colore rosso. Esso prende il suo nome dalla regione della Frigia, una regione dell'Asia Minore corrispondente all'odierna Anatolia Centrale (Turchia). Veniva indossato principalmente dai sacerdoti del dio Sole, ed era costituito da un copricapo di forma conica con la punta ripiegata verso il basso, oppure all'indietro.
Con il tempo, è diventato sinonimo di iniziazione. Lo troviamo indosso a Mitra ed ai suoi compagni nelle rappresentazioni delle tauroctonie, oppure in testa ad altre figure mistiche come quelle di Attis o di Orfeo, ai Magi persiani in alcune primitive rappresentazioni cristiane, fino a tempi più recenti, sul capo della Marianne, la rappresentazione allegorica della Repubblica di Francia. Proprio in Francia, tra i famosi gargoyles sul tetto della Cattedrale di Nôtre-Dame di Parigi, troviamo la figura dell'Alchimista, un vecchio saggio dall'atteggiamento pensoso, con la barba fluente ed il caratteristico copricapo calcato sulla testa.
IMPARARE A LEGGERE I FATTI DELLA VITA
L'uomo crede che un dato fatto, un particolare evento, un colpo o disgrazia gli venga incontro per caso, senza un nesso. In questo modo non si avvede cosa vi è dietro ogni fatto della vita.
Non ha il presentimento che dietro di essi vi è la possibilità di "leggere" dell'altro.
E' come se, davanti ad una parola intera, anziché leggerla per intero, si considerasse ogni singola lettera a sé stante.
Senza unirle, senza comporle.
Le passioni e le avversità vengono considerate come singoli segni, graffiti, come un “sillabare”: se le si unissero insieme, e si cercasse di leggere ciò che rappresentano unite insieme, si rivelerebbe che compongono un grande insieme.
Si vedrebbe che formano il “nome” di un dato incarico di destino: ad es: M-I-S-S-I-O-N-E-D-I-S-A-T-U-R-N-O.
Tiziano Bellucci
ABDUCTION O RAPIMENTO ALIENO
Coloro che dicono di aver subito un "abduction" o rapimento da parte di esseri extraterrestri non mentono, e neppure sono degli psicopatici.
Si tratta di individui che per motivi legati ad un particolare destino personale, giungono ad avere un esperienza con esseri incorporei, abitanti di mondi non materiali. Questi "abitanti" o extraterrestri, sono presenze oggettive e possono divenire percebili a chi si ponesse nelle stesse condizioni o arrivasse a realizzare lo stesso stato di coscienza dell "addotto".
Chi è dotato di organi di percezione superiore vede esseri alieni, non umani (entità astrali ed elementali). Ma questo avviene con la sovrintendenza della volontà attiva dell'iniziato.
Nel caso degli "addotti" è diverso: essi non hanno un esperienza, ma subiscono passivamente avvenimenti che scorgono in modo reale.
Nel caso degli "addotti o rapiti", si tratta di una sorta di "iniziazione abnorme". Una capacità di "vedere" qualcosa che solitamente rimane invisibile alla vista ordinaria.
In altre parole, gli "alieni" sono continuamente presenti fra noi umani, ma non ci è possibile vederli, essendo questi costituiti di una "materia" che non rientra nella gamma delle nostre capacità percettive. Così come vi sono suoni e tonalità di colore udibili e visibili a certi tipi di animali, ma inudibili e invisibili per gli umani, esistono forme di esistenza che esistono entro corporeità eteriche, non composte di atomi materiali.
Il fatto che solitamente non accade mai che due o più persone, o addirittura un gruppo vengano "rapite" e quindi manchi una testimonianza di più persone contemporaneamente, sembra convalidare che il "fenomeno" del rapimento, l'esperienza dell'adduzione, è un fatto individuale che accade "dentro" la coscienza di un singolo uomo.
Questo non significa affatto che sia un allucinazione, o un sogno, una paralisi della mente. Tantomeno una fantasia.
Ciò che racconta il "rapito" è il suo modo di tradurre in concetti e parole umane, un avvenimento di natura incorporea.
Sicuramente possono essere riscontrate delle analogie e similitudini fra "rapiti", in merito alle loro reciproche esperienze: questo perchè l'immaginazione umana tende a creare rappresentazioni tratte dalla medesima fonte universale umana, la quale tende ad associare date forme, dati colori a certi archetipi. Come avviene nei sogni. Con la differenza che l'addotto" non sta sognando, sta realmente vivendo una esperienza "fuori dal campo dei sensi".
Tiziano Bellucci
Il monaco esicasta e la traslazione della coscienza dell'io nel centro cardiaco
«Esicasta», scrive Giovanni Climaco, «è colui che cerca di circoscrivere l'incorporeo nel corporeo... La cella dell'esicasta sono i limiti stessi del suo corpo: al suo interno c'è una dimora di sapienza»
Ma la descrizione più dettagliata della "preghiera del cuore" è contenuta in uno scritto anonimo, probabilmente opera di un monaco dell'Athos, Niceforo il Solitario (XIV secolo):
il Metodo della preghiera e dell'attenzione sacre. In questo testo – noto in tutto l'Oriente cristiano semplicemente come Methodos – si raccomanda di rifugiarsi in un luogo solitario e tranquillo e di concentrarsi, senza lasciarsi distrarre da pensieri vani:
«Posa il tuo mento sul petto, sii attento a te stesso con la tua intelligenza e i tuoi occhi sensibili. Trattieni il respiro il tempo necessario perché la tua intelligenza trovi il luogo del cuore e vi resti integralmente. All'inizio tutto ti sembrerà tenebroso e molto duro, ma col tempo e con l'esercizio quotidiano scoprirai in te una gioia continua».
Gli esicasti praticano la cosiddetta preghiera di Gesù o preghiera del cuore, che consiste nella ripetizione incessante della stessa formula, secondo il ritmo del respiro ("Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore"
Si tratta della cosidetta "traslazione della coscienza dell'io nel centro cardiaco"
Riflessioni a cura di Tiziano Bellucci
LA SAPIENZA CREATA DI DIO. Proverbi, Bibbia 8,22-31: “Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all'origine. Dall'eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull'abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell'abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo”.
L’incontro di Steiner con l’erborista (iniziato)
"Un giorno feci la conoscenza di un uomo, un semplice popolano che ogni settimana andava a Vienna con lo stesso mio treno. Raccoglieva per la campagna erbe medicinali, e le vendeva a Vienna nelle farmacie. Divenimmo amici: con lui era possibile parlare del mondo spirituale come con uno che aveva esperienza in proposito.
Era un uomo profondamente pio, ma immune da cultura scolastica. Aveva un sapienza elementare e produttiva. Egli si manifestava come se la sua personalità fosse l’organo di espressione per un contenuto spirituale che volesse parlare da mondi nascosti. Stando con lui era possibile immergere a fondo lo sguardo nei misteri della natura.
Spesso ho visto sorridere persone che si univano a noi, guardando questo “iniziato”, come uno strano tipo. Il suo modo di esprimersi a tutta prima era comprensibile solo se prima si imparava il suo “gergo spirituale”. Anche io al principio non lo comprendevo, ma dal primo istante ebbi per lui la più profonda simpatia. La sentivo come un anima proveniente da tempi remotissimi, che mi recava un sapere istintivo di epoche preistoriche.
Nulla si poteva imparare, in senso cognitivo, da quell’uomo. Era possibile però, se si era già veggenti, immergersi nel mondo spirituali in modo profondo, attraverso un altro essere che viveva in esso così saldamente. Andavo a volte a casa sua. Sull’entrata della casa vi erano le parole: “tutto riposa nella benedizione di Dio”.
Egli inoltre, aveva un sano senso dell’umorismo.
Quando la vita ci separò, egli rimase vicino nell’anima. Nei misteri drammatici Felix Balde ( Felix Koguzki) è questo erborista.
da "la mia vita" di R. Steiner
"Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano “.
Khalil Gibran
DIVENTARE IL DOLORE E IL PIACERE degli altri
Quando si penetra nel mondo spirituale con la chiaroveggenza cessa la condizione di essere chiusi in se stessi. Si avverte come se si fosse diffusi in altri esseri.
Lì il pensiero e il sentimento fluiscono, fluttuano, e senza limiti se ne diventa partecipi. Si sperimenta il piacere e dolore che vive in altri.
Per esempio si passa vicino ad una persona deceduta che soffre dolore, si deve provare il suo dolore insieme a lui finché si è in contatto spirituale con lui.
Se si incontra un essere che gioisce, si gode della sua gioia.
Si viene a sapere che solo sulla terra possiamo avere pensieri e sentimenti personali, solo per noi: nel mondo spirituale non esiste nulla di personale. I miei pensieri, i miei ricordi, i miei sentimenti sono anche di tutti coloro che percepisco, che mi incontrano. Non posso nè nascondere nè serbare nulla per me. Si diventa partecipi di tutto. Essendo tutto unità.
Non esiste il nostro dolore, la nostra gioia: essi appartengono al mondo. E tutti si dolgono di esso, attivandosi per lenire, per condividere e appagare con noi i nostri sentimenti
Elaborazioni antroposofiche a cura di T. Bellucci
IL PREZZO DELLA VERITA'
Comunicare la Verità comporta sempre un pericolo: che ognuno la prenda e la giudichi secondo la sua capacità di intendere la verità.
E le conseguenze negative o positive dell'uso che viene fatto di questa verità RICADE su chi l'ha comunicata.
Non è vero che la Verità fa sempre bene e dipende da chi la accoglie: ci sono persone che non SOPPORTANO la Verità e la applicano solo secondo le proprie convenienze.
Ci sono Verità BUONE che se portate nel mondo da persone sbagliate, producono MALE.
Von si vuol dire di "tenere per sè la Verità". Sarebbe egoistico. Si dice di non "spiattellarla" in una piazza nel virtuale, nel pubblico, con persone anonime, sconosciute.
E' anche vero che "Se non sarai tu a cercare la Verità allora sarà la Verità a cercare te".
La conoscenza è sempre stata preservata, affinché andasse in mani indebite.
Di fatto la verità non è neanche mai stata scritta: sia perché è sempre stata tenuta nascosta, sia perché per sua natura, è irraccontabile. Infatti la verità non è una cosa, ma un essere vivente.
Cambia, muta di tempo in tempo, di immagine in immagine. Anche essa si trasforma: ciò che era vero 1000 anni fa,ora non è più vero.
Manca di attualità. Diventa anacronismo. Non esiste nulla di immutabile. La verità è viva, palpita. Vive di cuore in cuore. Se venisse bloccata, fermata in un concetto, morirebbe. Se fosse strappata dal contesto, per poterla fissare in una forma così come un cuore fuori dal corpo, morirebbe.
C’è chi ha raccontato molti brandelli di verità. Anche nei libri. Io ritengo però che queste comunicazioni rintracciabili oralmente o nei libri abbiamo solo un valore preparatorio. Non vi è nulla di vero se non quello che si sperimenta direttamente per esperienza diretta. Ciò che è raccontato non ha mai lo stesso valore di ciò che si vive nella propria coscienza.
Verità per essere vera ha bisogno quindi di 2 fattori: la possibilità di poter vivere la conoscenza (della verità) in un modo che sia vivente e il fatto che deve essere sperimentata in prima persona.
Per realizzare questo, l’umano non può nulla se si affida alla sua ordinaria natura: deve superarla.
Superarla significa portarsi ad uno stadio di elevazione interiore che realizzi nella propria anima, l’attivazione di speciali organi, capaci di relazionarsi e di vivere esperienze spirituali.
Tali organi sono talvolta chiamati chakra, fiori di loto, occhi spirituali.
Tiziano Bellucci
TONO, INTENSITA', TIMBRO: i "corpi della musica"
La musica è la geometria dell’orecchio e funziona esattamente come la geometria dell’occhio. Quest’ ultimo ha la capacità di mettere in relazione le svariate forme e grandezze dei vari oggetti che ci circondano; le “dimensionalizza” in tre categorie: altezza, lunghezza, e larghezza (profondità). Allo stesso modo, si può dire che l’orecchio “vede” i suoni, “dimensionalizzandoli” nelle 3 categorie: intensità, tono ed timbro.
Le 3 qualità sonore corrispondono alle 3 dimensioni dello spazio:
Altezza –corrispondente all’intensità: ossia quantità di volume alto o basso della dinamica
Lunghezza –corrispondente al tono: lunghezza della corda che vibra: parametro del tono
Larghezza –corrispondente alla profondità, allo spessore e al colore del timbro sonoro
Dopodiché il “tre” si ripete ancora: i suoni per diventare musica devono essere poi distesi lungo il Tempo, altrimenti la musica non si realizza; per far musica servono dunque 3 costanti:
- passato, presente e futuro,
- tono, timbro, intensità;
- lunghezza, larghezza e altezza”.
intensità/passato/lunghezza: corpo fisico della musica
timbro/presente/larghezza: corpo animico della musica
tono/futuro/altezza: corpo spirituale della musica
Tiziano Bellucci
PORGERE L'ALTRA GUANCIA
Uno schiavo, ai tempi di Gesù, veniva colpito in volto dal suo padrone con il dorso della mano, perché quest’ultimo non avesse a sporcarsi le mani.
La guancia colpita era dunque la guancia destra, tranne nel caso in cui il padrone non fosse stato mancino.
«Porgere l’altra guancia», cioè la sinistra, a quel tempo significava costringere il padrone a colpire con il palmo della mano e, quindi, a «sporcarsi» le mani, cosa che un pio israe¬lita benestante non avrebbe mai fatto.
Il voltare il viso dall’altra parte per porgere la guancia opposta era un modo per impedire all’aggressore di colpire ancora, per interrompere il sistema, per costringere il potente a fermarsi.
«Porgere l’altra guancia» non significa affatto assumere un atteggiamento arrendevole e di sottomissione, non significa passività di fronte all’offesa, come erroneamente si crede.
«Porgere l’altra guancia» palesa, invece, l’impegno di interrompere il circolo vizioso della violenza.
Si tratta di trovare il modo e la forza di impedire le azioni perverse dei violenti sabotandone le azioni tramite artifizi che vadano a scuotere la loro stessa dignità.
Significa procedere diritti per la propria strada, non andando contro la vita, ma incontro alla vita.
Porgere l'altra guancia significa impiegare le proprie energie nella direzione della nostra crescita senza rispondere al male con dell'altro male, senza rispondere alla violenza con dell'altra violenza, anche solo di pensiero e di parole.
Porgere l'altra guancia significa non farsi distrarre dal caos che ci circonda, ma riuscire a muoversi in quel caos con leggerezza.
Rielaborazione di Tiziano Bellucci
Meditazione con la luce e il respiro.
Si provi a compiere la seguente esperienza meditativa: ci si sieda e si immagini che una luce candida bianca illumini e pervada, compenetri il nostro corpo a cominciare dai piedi.
Si inspiri pensando che questa luce bianchissima entri dentro i nostri piedi, trattenendo il pensiero insieme al respiro: si emetta poi il fiato espirando la parola “AUM”, immaginando che la luce bianca ritorni all’esterno, da dove è venuta.
Si ripetano altre inspirazioni ed espirazioni luminose vocaliche, salendo man mano verso l’alto una alla volta: prima ai ginocchi, poi alle caviglie, alle cosce, al bacino sino ad arrivare al cervello.
Si compiranno così circa 12 inspirazioni/espirazioni
Dopo questa pratica, si porti l’attenzione nell’anima: si constaterà che si è instaurata una grande calma, una pace, un rilassamento dell’intero corpo.
Esso si è sentito “osservato, considerato dalla vostra autorità spirituale, il vostro io. Avete trasmesso al corpo la presenza dell’io, il quale è amore che vi siete dati concessi: compare cosi l’armonia, l’amore, la pace, la calma che è la condizione naturale del vivere e amare nello spirito.
Avete trasmesso al corpo la presenza dell’io, il quale è amore che vi siete dati concessi: compare cosi l’armonia, l’amore, la pace, la calma che è la condizione naturale del vivere e amare nello spirito.
Quando si riesce ad instaurare la “presenza” dell’io, si sperimenta la calma, assoluta, la tranquillità, la pace. Non è una pace apparente: è uno stato in cui si avverte di essere sulla soglia dell’eternità. Nulla spaventa, nulla è importante. Tutto è sotto controllo.
Tiziano Bellucci
Cosa sono e chi sono gli Dèi?
Si tratta dell’anagramma della parola “IDEE”.
Ogni cosa del mondo proviene da un IDEA iniziale, da un Grande Progetto, che fu architettato e “pensato” da una Mente superiore.
Le religioni chiamano questa “Mente”, questo progettatore, con tanti nomi diversi.
Noi non gli daremo un nome.
Perché non ce l’ha.
Possiamo soltanto dire che questo “Architetto” aveva tante IDEE.
Esse diventarono piano piano nella testa dell’uomo i pensieri, le idee.
Nella Natura esse diventarono nelle mitologie antiche, le forze della natura, le “DEE”.
Sin da ragazzino mentre sentivo rivelarsi a me il mondo dei suoni, sentivo che dietro ad esso esisteva una sorta di Divina Musa, un’entità reale.
Molti musicisti pensano che la musica sia solo un'idea, che esprime la capacità in alcuni individui particolari, di coordinare insieme i suoni.
Per molti la musica è solo l'arte dei suoni.
Per me Musicha è sempre stata una creatura che viveva nell'essenza della musica, ne era l'essenza stessa.
Musicha non è un'IDEA è una "DEA".
"Le vibrazioni celesti primordiali, quelle che plasmarono i pianeti e le stelle, sono le stesse che hanno conformato il corpo fisico umano.
La musica vorrebbe rimembrarci: “senti l’eco di me stessa, io che configurai gli astri, la terra, l’acqua e i cieli, senti la mia voce? Io sono il ricordo delle vibrazioni cosmiche, quelle che hanno creato il tutto, quelle che tuttora ordinano e ritmano come il roteare dell’asse dei pianeti, anche il tuo stesso cuore".
La vita universale, regolatrice motoria e reggente leggi di ordine, dominante tutti i regni terrestri, dalla forza di aggregazione minerale, alla ciclicità vegetale, alla procreazione animale, la si può a ragione chiamare lo “spirito dei mondi” o “Vita Universale” o “Musicha”.
Tiziano BellucciT
I DEFUNTI SANNO TUTTO?
Ma i defunti non sanno già tutto del mondo spirituale? Ci vivono dentro. A cosa serve aiutarli ad orientarli da qui nell’aldilà, se essi vedono meglio di noi i misteri dello spirito?
La risposta è: anche un uomo può vivere sulla terra, ma se non riceve un’istruzione dai suoi genitori, dalla scuola, se non si informa cosa è il mondo in cui vive e i suoi abitanti, non arriva a sapere nulla di questo mondo. Ignora molte cause ed effetti.
Il fatto che un defunto viva nel mondo spirituale è come se “nascesse” in un nuovo mondo, con nuove regole e nuove leggi. Che devono essere conosciute.
E “di là” conoscere è qualcosa di diverso di conoscere “di qua”. Qua abbiamo un cervello che ci consente di pensare in modo autocosciente: di là non abbiamo più questo strumento.
Sappiamo di esistere, certo, continuiamo ad esistere, ma non sorge allo stesso modo in noi l’impulso a chiederci. A domandarci e a rapportarci con il mondo autocoscientemente come ci era possibile farlo qui, ora.
Come gli animali: vivono, ma senza porsi domande su di sè e sul mondo.
Quindi certamente l'anima dell'uomo esiste nell'aldilà.
Ma c'è differenza fra esistere e sapere di essere: vivere con una coscienza simile a quella di una pianta, di un sasso, di un gattino, di una mosca, o di un uomo.
Per avere una coscienza autosservante occorre aver imparato qui a porsi delle domande sull'esistenza: che non è vivere di conferme e di consolazioni.
Tiziano Bellucci
PUNTI DI VISTA SULLA SESSUALITA E L'AMORE
“L’amore è una droga che la natura somministra ai suoi figli per indurli a fare ciò che essa vuole.
L’uomo ha voluto spiritualizzarlo e l’ha chiamato "amore", ma questo non serve a niente: l’innamorato che scrive madrigali per la sua bella non fa niente di diverso, nella sostanza, del merlo che fischia sul ramo.
Lo scopo, metafisicamente parlando, è identico: perpetuare la specie.
Si tratta di una passione tirannica e cieca, che nei gradi più alti della sua intensità è capace di travolgere tutto, anche la vita stessa di chi ne è irretito.
E se ne capisce il perchè, se si pensa che dall’amore dipende la perpetuazione della specie.
Una cosa di tale importanza non poteva essere lasciata all’arbitrio degli individui e così la natura, per ottenere il suo scopo, fa nascere nell’individuo una sorta di illusione, in virtù della quale a lui sembri un bene per se stesso ciò che in realtà è solo un bene per la specie, così che serva questa mentre s’illude di servire se stesso. "
(Schopenhauer)
CHI NON CAMBIA E' PERDUTO
La realtà va avanti, non torna indietro.
Quando si frequenta una classe a scuola, non si ritorna indietro. Cambiano insegnanti e anche le aule.
Ci sono molte persone oggi, che stanno perdendo l'occasione di vivere il presente.
Molti sono aggrappati all'idea che prima o poi tornerà il mondo di prima, che chiamano normalità. Ma quel mondo non tornerà: la normalità è una condizione diversa da ciò che si conosceva prima.
Occorre predisporsi, prepararsi ad un nuovo modo di vivere. Adattarsi al cambiamento.
Dobbiamo cambiare il mondo interiore. Si tratta del massimo principio evolutivo: l'adattabilità.
Solo le specie che in Natura si adattano al sistema, sopravvivono. Non "vince" il più forte: va avanti chi resiste.
E noi umani siamo stati bravi ad adattarci, nei millenni.
Il cambiamento spesso è delusione: ma è superabile.
E il cambiare porta sempre verso una qualità futura migliore.
L'evoluzione chiede che l’uomo da "creatura" divenga "creatore".
L'uomo "nuovo" vedrà nuovi cieli e nuove terre. E solo là troverà la pace, la gioia di vivere, il senso della sua esistenza che non può essere altro che: dare il proprio entusiamo (vita interiore) al mondo.
Tiziano Bellucci
GIUDA "OCCULTO"
In questi bellissimo dipinto di Giovanni Maria Corsetti, Ultima cena, 1707, che si trova a Pieve a Nievole (Montecatini Terme) si può notare che i discepoli sembrano 11 non 12. Ma con un pò di attenzione si può notare che l'artista ha voluto avvolgere, celare nella tenebra un discepolo (cerchio blu).
Si potrebbe credere sia Giuda?
Ma questo discepolo "oscurato" ha l'aureola come gli altri 10, quindi è "santo" non "posseduto".
Se si guarda bene, ve ne è uno soltanto che non ce l'ha.
Vi invito a trovare Giuda.
Domanda: quale è il significato del discepolo che l'autore ha voluto raffigurare in ombra, nell'oscurità?
Tiziano Bellucci
i 4 OSTACOLI DA SUPERARE
Prima di avventurarsi nel soprasensibile è bene sapere quali siano gli ostacoli che si presentano a chi si approccia a tali mondi invisibili.
Si tratta di 4 ostacoli che possono essere affrontati meditando su 4 principi, ossia, applicando 4 rinunce:
1- Impara a tacere per essere potente. Più serbi in te una conoscenza, più essa mantiene intatta la sua forza. Se la comunichi, perdi il potere che essa può offrirti. Si deve avere come una sorta di rassegnazione, di sacrificio nel trattenere e serbare le conoscenze. Altrimenti comunicando, si ha un indebolimento delle proprie forze. “Quel che dici a parole lo hai perso in potere”. Nel divulgare occorre aver senso del sacrificio, evitando di mettere demoni nelle orecchie delle persone. Il chiacchierare voluttuosamente predispone i demoni a praticare atti osceni sul piano astrale. Chiacchierare è quindi molto peggio che fare lussuria. Il massimo del progresso sarebbe oggi leggere e pubblicare di meno.
2- Impara a volere facendo a meno del potere. Più hai potere in te, più ti paralizzi nella volontà e ti impigrisci. Il potere deve essere gestito, altrimenti la volontà viene arrestata, bloccata. Meno potere si possiede, più la volontà si rafforza.
3- Impara a sentire, facendo a meno del volere. Si perde tanta vita dell’anima, se si possiede una volontà potente, perché quest’ultima uccide la vita, la prevalica. Si vive solo di emozioni momentanee e non si ha pazienza. Ci si aiuta limitando a volere, a desiderare solo cose strettamente necessarie. Reprimere il volere che sorge come stimolo interiore. Senza trascurare i propri doveri.
4- Impara a pensare facendo a meno del sentire. Troppo sentimento, passione, emozionalità uccide il pensiero, lo mette in un piano inferiore. Più si hanno sbalzi di gioia e di dolore, meno si ha purezza nel pensiero. Troppa passionalità uccide il pensare. Si deve aleggiare sopra il piacere e il dispiacere, contemplandomi come da una prospettiva di calma e serenità.
Impara a tacere per essere potente Impara a volere RINUNCIANDO al potere Impara a sentire RINUNCIANDO al volere Impara a pensare RINUNCIANDO al sentire.
R. Steienr Dai contenuti sezione cultico conoscitiva della SCUOLA ESOTERICA 1904-1914
ESERCIZIO DI FORZA DI SALUTE
Respirazione tramite i pori, delle singole parti del corpo
Si deve cominciare con i piedi e finire con la testa.
Seduti, chiudere gli occhi: trasferire il proprio io, la propria coscienza in uno dei piedi. Immaginiamo che il piede inspiri dentro la forza dell’ etere dell’ universo ed espiri fuori la stessa forza nell’universo: come se il piede avesse i polmoni.
Poi ci focalizzi sull’altro piede, e si inspiri ed espiri. Poi ci si immagini di respirare con entrambi i piedi.
Si salga poi nel polpaccio, respirando come sopra, prima uno, poi l’altro, poi insieme.
Si vada poi nella coscia, nel bacino, nel ventre, nel petto nelle spalle, nelle mani, nelle braccia, nella gola e poi nella testa.
Lo scopo è fare respirare tutti gli organi, anche i più piccoli: genitali, cuore, fegato, ecc.
Sarà specialmente utile “respirare” negli organi che possono essere affette da qualche malattia o disturbo: l’energia universale potrà modulare e trasferire il suo potere rigenerante.
L’esercizio ci permette di “controllare” caricandola del poter vitale e ridando forza e benessere.
Quando si è imparato a “ricaricare” se stessi, è possibile trasferire la propria coscienza negli arti di altre persone per favorirne la salute.
Rielaborazione di F. Bardon
I desideri e gli Elementali
Gli elementali sono entità dotate di una certa autonomia e intelligenza, create da un essere umano.
Essi possono eseguire determinati compiti sui piani mentali e astrali: sono una sorta di servitori obbedienti per un iniziato, ma possono rivelarsi entità pericolose se manovrate da una persona qualunque.
Gli elementali possono influenzare la mente di un'altra persona, favorendo empatia, trasformando inimicizie o rancori, creando collaborazione e cooperazione con gli altri.
Un individuo caparbio e superbo potrebbe invece usare gli elementali per migliorare il suo profitto economico e avere successo sentimentale.
Nella magia, si parla della possibilità di creare elementali, per realizzare determinati compiti o desideri.
Le bambole daruma, dette anche bambole dharma, sono figurine votive giapponesi senza gambe né braccia.
La bambola ha un volto stilizzato da uomo con barba e baffi, ma gli occhi sono dei cerchi di colore bianco. Usando dell'inchiostro nero, bisogna disegnare un solo occhio esprimendo un desiderio; se il desiderio dovesse avverarsi, verrà disegnato anche il secondo occhio.
Queste bambole rappresentano probabilmente l'attivazione di un elementale tramite un simbolo fisico.
Detto questo: Un coltello serve per tagliare una torta, ma anche per uccidere: non per questo si devono togliere dal mercato tutti i coltelli in commercio
Tiziano Bellucci
(P.S. praticare attività magica, come descritto sopra, comporta seri e gravi rischi. Se se ne fa un uso a vantaggio di altri è magia bianca. Se lo si fa a proprio vantaggio o contro altri è magia nera. L'autore della pubblicazione si esime da ogni uso indebito)
La vita nell'aldilà secondo R. Steiner
Per l'uomo dopo la morte vi è tutt'altro che un "eterno riposo": è invece un periodo di grande attività.
La religione ci ha abituati a pensare che l'uomo vada dopo la morte in una sorta di "residenza o pensione paradisiaca" in cui si vive beati senza descrivere di preciso a cosa prende parte l'esistenza umana nell'aldilà.
Vi sono individui che non amano leggere le percezioni chiaroveggenti di R. Steiner che vengono fatte sulla vita dopo la morte, perchè dicono sono "difficili" da comprendere.
Questa "difficoltà" nel capire è un limite che si pongono loro stessi, non è un limite della scienza spirituale.
Vediamo cosa dice l'antroposofia nell'O.O. 226, secondo una mia rielaborazione (spero più comprensibile):
"Dopo la morte l’uomo collabora a creare i germi spirituali che andranno a creare la sua futura vita corporea in una nuova incarnazione. Come si può indagare questo: si tratta di “osservare” l’interno degli organo del corpo umano.
Nel mondo spirituale vi è una regione, dove viene creata e mantenuta in vita l’organizzazione vivente corporea umana. In essa vivono gli Dei della forma, della vita, della coscienza.
In questa regione (forse la 4° regione del Devachan?) è il regno dell’archetipo umano, è il mondo dove si fa “architettura umana”, si “costuisce” il tempio del corpo umano. In questa regione tutto è “uomo”, è organizzazione umana come “officina” di involucri corporei.
Così come qui vi è terra, fiumi, cielo, là la terra è costituita dai germi spirituali (archetipi) delle parti del corpo fisico umano, le piante i germi delle parti del corpo eterico umano, l’aria i germi del corpo astrale dell’essere dell’uomo.
L’io dell’uomo dopo la morte vive in questo mondo e insieme agli spiriti delle gerarchie si lavora per costruire il proprio corpo futuro, quello degli altri umani.
Il lavoro spirituale dell’uomo dopo la morte è costruire il corpo futuro tessendolo da forze spirituali in accordo con le gerarchie.
Si potrebbe dire che l’uomo nel Devachan è un “giardiniere” che lavora nell’Eden: egli coltiva il terreno come elemento che diverrà il suo corpo fisico; coltiva le piante come elemento che diverrà il suo corpo eterico; si custodiscono gli animali come elemento che diverranno il suo corpo astrale.
In questo “Eden” ogni cosa o regno è il germe che se “lavorato” in certo modo, diverrà una futura parte costitutiva umana. Le pietre sono future parti del corpo fisico, le piante e l’acqua future parti del corpo eterico, gli animali e l’aria future parti del corpo astrale.
Tiziano Bellucci
ESERCIZIO DI PRESENZA
I due guanti
Immaginare due guanti inseriti nella mano:
il primo guanto - fatto di seta- è il corpo astrale;
il secondo guanto - più spesso- è il proprio corpo fisico, la mano fisica;
la forza che agisce dentro la mano è il proprio spirito (corpo dell’io)
Occorre avvertire che il proprio spirito è dentro ad entrambe i due guanti e li sente, li afferra, li muove: egli compie le sue intenzioni tramite i due rivestimenti/involucri.
Occorre compiere atti mentre si ha la sensazione che lo spirito, mediante anima e corpo, stia svolgendo l’azione: percepirsi come testimoni all’interno dei corpi mentre si agisce.
Ad es. mentre si cammina per strada occorre pensare che “qualcosa in noi” sta muovendo piedi astrali e materiali. Si deve concentrare l’attenzione su “quel qualcosa” , sulla forza di presenza che sovrintende ogni atto: per 5 – 10 minuti.
Ad es. Non sono gli occhi che vedono o le orecchie che ascoltano: è lo spirito che sperimenta se stesso, tramite i sensi. Ci si deve sentire “dentro” l’atto del vedere o dell’ascoltare, scoprendosi come forza al di là del corpo e delle emozioni. Come “io”.
Questo esercizio rafforza la consapevolezza per renderci conto se operiamo spinti dalla sfera materiale, astrale o spirituale.
F. Bardon
LE STELLE CADENTI E I DESIDERI
Il ruolo delle meteore entro il sangue umano.
Quello che è visibile nel cielo d’estate accade e si continua anche nell’uomo: nel macrocosmo, le meteore sideree cadono sulla terra, nel microcosmo umano particelle ferrose si depositano dentro il sangue umano. La vita umana si riempie di corpuscoli, di ferrose stelle cadenti.
Così come uno stormo di meteoriti dal cielo stellato piove sulla terra lanciato dal cosmo, così una cascata di corpuscoli ferrosi si riversano nell’uomo: dal suo capo al suo cuore e attraverso tramite la circolazione sanguigna vengono irrorati i suoi arti. Volontà siderale dell’Arcangelo Michele, forza spirituale ferrosa micheliana stellare penetra nell’uomo come aiuto: forza di volontà che deve essere usata per agire, per riconciliarsi, per perdonare, per migliorarsi.
(rielaborazione di una immaginazione cosmica della scienza spirituale da parte di T. Bellucci)
Lasciare che tutto sia ciò che è
Spunti di meditazione per il conseguimento della naturale esistenza dell'io come entità spirituale. Lo stato in cui siamo risvegliati e illuminati, l’essere “iniziati” si può anche definire come il nostro stato naturale di esistenza.
Senza l’uomo, gli esseri e la vita sulla terra continuerebbe a vivere lo stesso?
La scienza dice che la natura non risentirebbe della mancanza dell’umanità se essa non fosse mai esistita e se un giorno essa dovesse andare contro un estinzione di massa, i regni animale, vegetale e minerale continuerebbero ad esistere. Forse meglio di prima.
Purtroppo questo non è vero.
Se fosse mancato l’uomo sin dai primordi, i regni inferiori non sarebbero potuti venire in esistenza.
E se un giorno mancasse l’uomo la natura morirebbe.
Vi era un tempo primordiale in cui tutta la sostanza terrestre “era uomo”, tutto sarebbe potuto diventare uomo.
Poi sono state estratte da questa “sostanza” tre direzioni evolutive; la matrice o sostanza originaria si scisse in tre regni: animali, vegetali, minerali.
L’umanità continuò a vivere come quarta direzione: ma senza apparire o incarnarsi in un corpo solido. Gli altri tre regni sono come “una solidificazione prematura” di ciò che sarebbe potuta divenire l’umanità.
Il primo a solidificarsi fu il minerale, poi il vegetale, poi l’animale e infine l’uomo.
Quest’ultimo, fu “ultimo” solo come presenza fisica: ma era compresente in uno stato immateriale, eterico, quando gli altri regni si evolvevano e si solidificavano.
Quindi si deve escludere che la natura “avrebbe potuto esistere anche senza l’uomo”: dato che da esso si è “estratta”, formata.
Atti della Giovine Europa: Berna, 15 aprile 1834
***Patto di fratellanza***
«Noi sottoscritti, uomini di progresso e di libertà:
«Credendo:
«Nell'uguaglianza e nella fratellanza degli uomini, «Nell'uguaglianza e nella fratellanza dei Popoli;
«Che l'Umanità è chiamata a inoltrare, per un continuo progresso e sotto l'impero della Legge morale universale, verso il libero e armonico sviluppo delle sue facoltà e verso il compimento della sua missione nell'Universo;
«Che ogni uomo e ogni popolo ha la sua missione speciale, il cui compimento determina l'individualità di quell'uomo o di quel popolo e aiuta a un tempo il compimento della missione generale dell'Umanità;
«Che l'associazione degli uomini e dei popoli deve congiungere la certezza del libero esercizio della missione individuale alla certezza della direzione verso lo sviluppo della missione generale;
«Forti dei nostri diritti d'uomini e di cittadini, forti della nostra coscienza e del mandato che Dio e l'Umanità affidano a tutti coloro i quali vogliono consecrare braccio, intelletto, esistenza alla santa causa del progresso dei popoli
Berna, 15 aprile 1834
Giuseppe Mazzini, Scritti: politici ed economia
Trasferimento della propria coscienza all’esterno
Sedersi e fissare un oggetto per 5 minuti (ad es. un quarzo); osservare le dimensioni, i colori, la forma, il peso. Immaginare di trasformarsi in quell’oggetto, adottando le sue proprietà.
Immedesimarsi nell’oggetto, nel suo scopo, nella sua funzione e cercare di sperimentare una possibile propria esistenza da questa sua prospettiva.
Guardare l’ambiente circostante dal punto di vista dell’oggetto, concependo anche la relazione che esso ha (noi trasformati in lui) con altri oggetti.
Lo stesso esercizio andrà fatto poi con elementi vegetali: fiori, piante, alberi.
Poi si userà l’immaginazione trasferendo in esseri viventi, con animali: lo si può fare anche immaginandoseli, senza percepirli direttamente.
Infine si può farlo con esseri umani.
Questi esercizi conducono allo sviluppo della telepatia: a conoscere l’interno di altri esseri, riguardo sensazioni, sentimenti, pensieri.
Ovviamente si raccoglie ciò che si semina. Si sconsiglia di farne uso per approfittare di altri: questa sarebbe magia nera.
(questo esercizio è altamente controindicato per chi ha problemi di radicamento o di incarnazione, per chi ha avuto episodi di epilessia o schizofrenia)
La notte e il giorno del defunto
Nell’aldilà, vi sono due condizioni simili al dormire e al vegliare terrestre: le quali sono sinonimo anche di morire e vivere. Nell’aldilà però non si può né morire, né dormire, perchè vi è sempre attività.
Vi sono però momenti in cui l’anima sente una sorta di “nostalgia” di qualcosa di simile al dormire, al morire, allo spegnersi. Si ha bisogno di momenti in cui ci si deve ritrarre in sé stessi, dalla vita in comune con gli altri: quando sorge questo bisogno ecco che il mondo esterno si spegne, non compaiono più altre creature esterno, si “oscura” il mondo spirituale.
Bisogno di estraniarsi crea isolamento dall’esterno. “Giorno” è quando si condivide con altri defunti o altri spiriti la propria esistenza; “notte” quando ci si chiude verso se stessi.
Questa “nostalgia” di chiudersi in sé stessi, corrisponde nella vita dopo la morte, al veder scomparire gli esseri del mondo spirituale: corrisponde ad isolarsi, a sentirsi soli in se stessi. Questo è simile ad un dormire: ed è simile al vegliare quando si partecipa alla vita sociale con gli altri esseri.
Nei mondi superiori non si ha più a che fare con questioni di distanza, sostanza, di spazio, di tempo: ciò che ci separa, ci delimita dal mondo spirituale esteriore e i suoi esseri, sono questioni di “coscienza”, di stato di coscienza.
Rielaborazioni da O.O. 140 R. Steiner
a cura di Tiziano Bellucci
ESISTE UN BENE E UN MALE OGGETTIVO? Oppure ESSI dipendono dalla cultura, dalle religioni, dalle convenzioni?
Se il bene e il male sono solo opinioni personali, e quindi non esistono leggi morali universali, allora ognuno è libero e autorizzato a fare ciò che gli pare. L’esoterismo dice che invece esistono idee che sono oggettivamente “buone” entro l’uomo: quali sono queste dimensioni umane universali? L’anima umana avverte in sé che esiste un’idea di qualcosa di sacro, di oggettivamente umano, che ogni umano ha in comune con altri.
Un "uomo buono" non è qualcuno che non fa niente di male, ma un individuo che è un fattore "buono" per migliorare l'umanità.
La massima morale biblica “ama il prossimo tuo come te stesso” ha un rivolto esoterico che intende ogni essere dell’umanità appunto come parte di un organismo vivente unitario: “ama il prossimo tuo perché lui è te stesso. Ogni essere che alza o abbassa se stesso, alza o abbassa di riflesso, tutta l’umanità.
Il Pianeta Terra è un grande organismo: ogni specie è un suo sistema vitale, ogni esemplare della specie è una cellula di un rispettivo organo vitale.
Se anche solo una cellula del corpo globale della Terra è ammalato, tutto il corpo ne risente.
"Il bene del corpo è la salute, il suo male è la malattia.
Così è anche per gli uomini: stanno bene in salute quando si favoriscono a vicenda come gli organi e le cellule di un organismo; stanno male, soffrono, quando si mettono gli uni contro gli altri, quando ognuno pensa solo a se stesso”.
P. Archiati
AFORISIMI SETTEMBRE 2024
“E’ vano attendere che Dio o gli Dei ritornino. Non verranno, perche attendono la nostra venuta". (Heidegger)
Una cosa oggi è VERA purchè tutti ne parlino. Anche se è FALSA.
Quello che neghi ti sottomette, quello che accetti ti trasforma. - Carl Gustav Jung -
Il mistero dice: “Non troverai mai il vero amore se lo cercherai fuori di te”. Si vive tutta la vita aspettando una "fiamma gemella" per arrivare ad accorgersi che ciò che cercavamo era dentro di noi.
Felicità è perfezionamento, è elevazione di sè. Pochissimi sono felici. Infatti.
Le guarigioni miracolose avvengono perchè sono connesse all’idea di Fede accumulata dall’insieme della fiducia di tutti i credenti.
"Matrimonio" è rendere "madre" una donna. E proteggerla. Chi non fa questo, deve chiamare la sua unione in un altro modo.
Una pedagogia seria si occupa non solo dei fatti della vita, ma anche l'esistenza prenatale e quella dopo la morte.
Solo i deboli si lamentano sempre. Chi è forte sopporta e vede le avversità come momentanee occasioni di sviluppo.
Noi siamo sempre in un mondo invisibile, immateriale, soprasensibile con il nostro pensiero, ma in un modo tale che non riusciamo ad averne un esperienza. La condizione dell’esperienza del pensiero nell'uomo è come se qualcuno andasse in mare, ma non vedesse nè se stesso nè la sua barca. Siamo sempre immersi nel mondo del pensiero, intorno a noi è tutto pensiero.
Oggi è superstizione credere al diavolo; questa è la più grande vittoria delle forze del male: sparire, pur essendo presente in tutti.
La vita umana in un corpo è come un raggio di sole che viene “sotterrato” per decine di anni: trascorso quel tempo il raggio viene “disotterato”ed esso può ritornare a far parte del sole.
L'umorismo salverà il mondo: non vi è nessuna "tragedia" in atto. Solo una viva ed entusiasmante "commedia cosmica".
Non ci sono difficoltà sulla strada che la parte divina in noi non possa superare, tranne quelle che creiamo noi stessi.
Uscire dai propri limiti e superare se stessi fa parte di una natura umana sana. Chi si piace così come deve sottoporsi ad una cura: che arriva sempre, dal destino.
Credere in Dio è un bisogno dell'uomo? E se credere nell'uomo fosse un bisogno di Dio?
"E' vero che è facile, ma il facile è difficile" (Faust, Goethe)
La vita non si è generata dal mondo minerale. Esisteva da prima. Le pietre sono forme decadute di sostanza vivente.
L'intervallo musicale di ottava è l’intervallo dell’Io. Steiner dice che la sua esperienza prova l’esistenza di Dio.
Più conosci e più si rivela cosa si attende da te il cosmo: il tuo ruolo nell'economia del mondo e dell'umanità
“Da quando Cristo è venuto ogni pietra ha la sua folgore. Ognuno ha il potere di sapere di sé. Di conoscere il proprio spirito”. Parafrasi di Raimondo Lullo
"Chi vuole “essere felice” non sa cosa bene vuole: non arriverà nulla. Per essere felici bisogna esattamente sapere cosa si vuole.
Cristo dice: “tu anima umana cerchi di continuo la felicità: devi sapere che sei infelice proprio perché non conosci le mie leggi, non conosci e non conoscendo non puoi “godere” di ciò che ti verrebbe incontro come beatitudine, se “sapessi cosa hai perduto.
L'uomo deve prima egoisticamente desiderare il mondo, per accorgersi che ciò che cercava fuori, era già dentro di lui.
Mi sembrava che l’anima vivente dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l’inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita”. Wassily Kandinsky
"L’economia, per funzionare per l'uomo, ha bisogno di una ragione etica " R. Steiner
"Reintrodurre Dio nella scienza e la natura nella religione, fecondare l'arte e la vita" (R. Steiner)
La medicina è smettere di credersi solo un cervello in carrozza.
Il miglior modo per ottenere qualcosa, è rinunciarvi completamente
Se una data verità non TI piace, non dipende dalla verità.
"Se gli uomini cantassero di più, e nel modo giusto, ci sarebbero meno crimini sulla Terra" (R. Steiner)
Dove porta il materialismo? a spingere lo spirito umano verso la negazione di se stesso.
Chi balla, chi danza tenta di riprodurre inconsapevolmente i movimenti dei pianeti e dei corpi celesti nelle loro orbite.
Per vedere ciò che pochi hanno visto dovete andare dove pochi sono andati. (Buddha)
"Bene-dire" è creare con una nostra parola benevola un essere elementale che avvolge e protegge un'altra anima.
Nel grembo materno vengono formati i sensi per percepire il mondo. Vivendo sulla terra si formano i sensi per percepire l'aldilà
L'ostia è simbolo del Sole. Ogni stella è un Sole,che vivifica un mondo planetario. I cristiani mangiano il Sole, per vivificarsi
Le leggi esistono per proibirti di fare certe cose. Ma non possono obbligarti a fare certe cose. Posso dirti ciò che non devi fare, ma non posso dirti ciò che devi fare.
Il V-angelo di Giovanni non è un libro da leggere. È un manuale iniziatico che se meditato trasforma la persona in individuo.
Si può competere con un intelligente, ma mai con uno stupido. Con il primo cresci, con il secondo ci perdi
La morte non é la fine: è un cambiamento di coscienza e di stato. È la paura di morire che uccide veramente. Non bisogna temere la morte, ma neppure sfidarla.
L'autocommiserazione dice: "Ti salverai solo tu: tutto il mondo è malvagio. Sei una vittima incompresa, buona e pulita"
Cristo non ha cominciato ad esistere con la nascita in Gesù. Egli è esistito da sempre, come Dio Logos
Veniamo sulla Terra per imparare a perdere ogni cosa che amiamo, per ritrovarla e amarla in un modo superiore
I miracoli non sono fatti eccezionali. Accadono quando si smette di sperare e si comincia a credere nel mondo spirituale.
"Non hai bisogno di nessun altro che TE STESSO, per sapere se una cosa è vera"
"I maschi sono interessati al nuovo campionato di calcio, le donne al campionario Liu Jo"
“ama il prossimo tuo come te stesso” ha un risvolto esoterico: “ama il prossimo tuo perché lui è te stesso”: L’umanità è un grande organismo: ogni razza, popolo è un suo sistema vitale, ogni esemplare della specie è una cellula di un rispettivo organo vitale.
Se anche solo una cellula del corpo globale della Terra è ammalato, tutto il corpo ne risente.
Un vero artista compone, dirige l'orchestra, non ci suona.
Un bravo insegnante non dà risposte, ma pone la domanda perfetta capace di far trovare al discepolo stesso, la giusta risposta.
La soluzione di tutto sta nel "cambiare stato di coscienza". "Entaglement" è solo la scoperta dell'acqua calda.
Esistono tre destini -non uno- ai quali apparteniamo e ci condizionano: il destino personale, del popolo, dell’umanità.
PROSSIME INIZIATIVE ANTROPOSOFIA nuova stagione
L’ETERNA RIVELAZIONE DI SE STESSI. Percorso on line
Proposta a cura di Tiziano Bellucci, ricercatore antroposofo
Incontri di scienza spirituale LIVE ON LINE su Zoom dalle 21 alle 22
IL LUNEDI’ da settembre a dicembre 2024
(con possibilità di ascolto in differita) https://unicornoscorsi.com/eterna-rivelazione/
Introduzione al Codice Esoterico del Vangelo di Giovanni dal 1° al 17° capitolo
percorso serale in 3 incontri su ZOOM dalle 21 alle 22
STUDIO, commento e meditazione a cura di Tiziano Bellucci
“I misteri della Parola/Logos e dell’autoesistenza” A cura di Tiziano Bellucci
nuovi STUDI ON LINE 2024-2025 di scienza dello spirito via Zoom
DA SETTEMBRE 2024 a GIUGNO 2025: quaranta incontri
PARTECIPA AGLI STUDI: in diretta o in differita
oppure
RICEVI A CASA VIA MAIL la registrazione audio OGNI SETTIMANA degli INCONTRI che si tengono a Bologna
dalle 20.30 alle 22 ogni giovedi:
Letture e riflessioni insieme sui libri di R. Steiner sul come dare un senso alla vita. Incontri settimanali serali aperti agli iscritti ogni giovedì, dalle 20.30 alle 22,00 da Settembre a Giugno (via link Zoom*) a cura di Tiziano Bellucci
LA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO. Natale 2024
3 incontri di lunedì alla luce della Scienza Spirituale su Zoom dalle 21 alle 22 a cura di Tiziano Bellucci
45 minuti di esposizione del relatore + 15 minuti domande
9-12-24 Infanzia della Luce nei vangeli apocrifi
16-12-24 l’incontro con la Luce/Logos nell’eterico
23-12-24 Le tredici Luci di Natale
Il Codice Esoterico del Vangelo di Giovanni – 3° ciclo
“I misteri della morte e della resurrezione”” percorso in 4 incontri su ZOOM
dall’18° sino alla conclusione del 21° capitolo https://unicornoscorsi.com/il-codice-esoterico-del-vangelo-di-giovanni/
Una domenica mattina al mese da ottobre 2023 ad aprile 2024, dalle 9.30 alle 13, in sette incontri ON LINE su Zoom: un percorso di iniziazione sul Vangelo di Giovanni secondo l’orientamento antroposofico della scienza spirituale di R. Steiner, a cura di Tiziano Bellucci
il mio nuovo video percorso per MACRO VIDEO https://www.gruppomacro.com/prodotti/i-principi-della-scienza-dello-spirito-download
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