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Quando abitare uno stato significa onorare il suo Spirito e la sua missione

Quando abitare uno stato significa onorare il suo Spirito e la sua missione


L’accoglimento e l’invasione dei profughi


L’uomo si lega al luogo in cui nasce in funzione del fatto che nella prima parte della vita vive in un determinato luogo: si assumono abitudini, forze terrestri e atmosfere tipiche del luogo, le quali diventano un influenza, un agente formativo interiore. La diversa inclinazione dei raggi solari, le montagne, il mare, la distanza dall’equatore o dai poli influiscono sull’uomo.

Ogni popolo oltre ad avere delle radici, delle tradizioni, una filosofia, una religione, ha anche una missione: quella di esprimere con una propria “tonalità” interiore, certi talenti a vantaggio dell’umanità generale.

Le leggi, le norme sociali, politiche ed etiche che un popolo si dà, diverse da altri popoli, sono emanazioni, espressioni della volontà infusa agli uomini dallo “spirito di popolo”: da un entità della gerarchia degli Arcangeli.

Ogni stato o nazione, ha una sua propria missione. E questa “missione” viene dettata da spiriti superiori: Il “Genio di popolo”. Tale spirito non è un astrazione, ma è un Arcangelo che compenetrando con il suo corpo eterico una determinata regione fisica della Terra, condiziona generando una determinata mentalità e atmosfera animica entro il corpo eterico singolo di ogni umano.

Ogni stato è una “nota colorata” nel panorama planetario. Come sulla cartina, ogni “spazio nazionale colorato” è il corpo eterico di un Arcangelo.


Analizzando la storia, ogni nascita di un nuovo popolo coincide con la presenza immanente in quel tempo, di un particolare Arcangelo. Essi agiscono anche sulle razze umane: Spiriti di razza gialla, bianca o nera, di Nazione, di gruppo. In ogni comunità ove aleggi una comune tendenza nelle abitudini, negli abiti mentali e nelle espressioni animiche, agisce un Arcangelo particolare. E’ questi a conferire il tipico “carattere di popolo”.

Gli arcangeli sono gli stessi spiriti che infondono la “lingua” al popolo. Ad es. Il popolo Svizzero, che parla 3 lingue, esprime l’influenza di 3 direzioni di forze, di diversi arcangeli che si contrastano l’un l’altro.

Ogni regione terrestre, a seconda delle differenti latitudini è molto diversa da altre. Un popolo è un gruppo omogeneo di uomini guidati e ispirati dalla volontà di un Arcangelo. I diversi singoli popoli incarnano –come si è detto- la diversa “missione” di ogni diverso Arcangelo.

I vari Arcangeli si calano nell’aura nuvola-eterica e agendo entro il corpo eterico umano, fanno progredire gli uomini; è la loro vera e propria “professione”.


Gli uomini, progrediscono e si evolvono moralmente, in tutti campi dell’esistere – arte, politica, dialettica, religione, socialità; in tal modo si modifica anche l’aura eterica ove opera e vive l’Arcangelo, il quale ne viene a beneficiare. Questo “lavorio” determinato sul popolo dall’arcangelo determina la “base” sui cui determinati individui (popolo) svilupperanno determinate facoltà.

Vi è dunque un “incarico”, un compito per ogni popolo.

Alla civiltà europea è toccata la missione di creare una regione nel mondo in cui è e sarà possibile educare l’io, di formarlo e svilupparlo a poco a poco verso una sempre maggiore consapevolezza. L’impulso e le forze contenute nell’intera civiltà europea sono un dono proveniente dai misteri del nord Europa, dai sacerdoti Druidi, appartenenti al mondo Celtico.

Steiner dice a colloquio con Lina Schwarz,11 Gennaio 1915: “L’Italia ha la missione di fondere la politica con la cultura e di ordinare la politica secondo i principi della cultura; l’Italia ha il compito di attingere alle sue tradizioni spirituali e di diffonderle. L’Italia deve attingere indicazioni per la sua evoluzione da A. Rosmini. L’Italia, separata dall’europa dalla catena delle Alpi, è come il vero ponte dell’Europa per l’Oriente. L’unità d’Italia è stata fatta più per opera di agenti estranei all’Italia stessa,cioè da nazioni europee,che dalla sola Italia.”

Ora la domanda è: siamo ancora in grado di “educare l’io umano” secondo la missione che ci è propria (come missione di popolo europea e italiana) e di svilupparlo in consapevolezza, “fondendoci” con altre tradizioni, altre mentalità che portano tutt’altri impulsi, ossia forze del gruppo, della casta e della stirpe?


Sappiamo sicuramente che il futuro è la fraternità. L’umanità è un essere unitario, un corpo, un essere organico. Come ogni essere ha tempi, cicli che devono essere rispettati (infanzia, pubertà, giovinezza, maturità, anzianità) vi sono – vi devono essere- delle fasi che si susseguono anche nell’umanità, affinchè l’organismo terrestre si sviluppi in modo naturale, per non far accadere delle abnormità.


Riguardo alla situazione attuale degli “esodi” e i profughi: ciò che avviene nella storia è sempre un riflesso di entità spirituali. Quando un popolo presenta in sé delle separazioni, esprime l’azione combinata di Arcangeli “irregolari” che contrastano l’azione dell’Arcangelo di popolo. Perché esistono anche entità dell’ostacolo. Ed esse cercano sempre di accelerare o ritardare i normali processi evolutivi.

La grande multiformità è anche buon segno, perché esprime molte sfumature della nazionalità. Ma vi sono dei tempi e delle fasi affinchè questo avvenga. E’ vero che si va verso un ‘era di fraternità e di abolizioni di razze, caste e popoli. Ma questo non può avvenire a cagione di volontà umane guerresche o per interessi economici.

Avverrà perchè i singoli uomini avvertiranno in sè lo stimolo di creare e sentire spontaneamente fratellanza. Gli esodati non vengono in Italia o altrove per cercare dei “fratelli”, ma per cercare cibo, lavoro o sussistenza. Non è la stessa cosa. Tutto quello che è spinto da una necessità non esprime amore. Perchè l’amore può sorgere solo dove vi è libertà, non opportunismo e bisogno, convenienza, seppur vitale.

Ogni nazione ha il suo “Arcangelo di popolo”: abitare in uno stato significa onorare il suo spirito e adeguarsi ad esso.


I migranti che istituiscono qui e importano qui la loro cultura e le loro tradizioni, si mettono in disarmonia con lo spirito di popolo italiano: entrano in contraddizione con la Sua missione. Non si tratta di “vietare” espressioni culturali diverse. Ma neppure di istituzionalizzarle. Vi possono essere dei contesti privati in cui si possa accedervi, ma questo non può e non deve diventare uno “status” o una trasformazione o mutazione dello spirito di popolo italiano. L’Italia e l’Europa non possono trasformare la loro cultura in Araba o induista o buddista. L’Europa è cristiana e deve essere il territorio dove opera e sviluppa primariamente l’impulso cristiano. L’epoca delle “evangelizzazioni” o delle “conversioni” è finita. In tutto il mondo. Gli “infedeli” non sono coloro che non aderiscono alla medesima religione. Sono coloro che vogliono “importare” la loro tradizione in spazi che non sono stati predisposti alla loro tradizione

l’Italia deve diffondere l’arte e la bellezza nel mondo. Chiunque manipoli, cambi o impedisca questo è un “fuorilegge dello spirito”. Offende la missione del popolo e del suo Arcangelo.

E’ un grave pericolo perdere la missione di popolo e mischiarla. Oppure, ancora peggio, è rinnegarla. Possiamo anche sposarci con migranti di altri popoli, ma se viviamo in questo territorio, dobbiamo far in modo che quei figli nascano immersi nelle tradizioni e nella cultura italiana. Altrimenti è meglio sposarsi e andare ad abitare nel paese d’origine del coniuge e là, impostare la vita con le sue tradizioni.

E’ un po come dire: se io nasco in italia, devo onorare lo spirito di popolo italiano: non posso cambiare le sue leggi e le sue armonie, devo adeguarmi al suo essere. Sono benvenuti quindi i migranti: purchè diventino in toto italiani. Altrimenti in altro modo si “tradisce” lo spirito di popolo in cui si risiede.

Se la causa delle migrazioni dipende –come si dice- dalle multinazionali o dai “poteri forti”, l’esodo dei migranti dovrebbe essere diretto verso i causatori e non essere scaricato sulla popolazione e sul suo territorio. Assumersi il carico di un errore di altri non può essere assunto dal “buonismo” populista: il quale diviene “stoltezza” nazionale. Devono essere individuate e denunciate le cause: dopodichè devono essere queste che devono risolvere il problema che hanno generato. Non sta al popolo addossarsi questo onere.

Tiziano Bellucci

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