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USARE O FARSI USARE DAL DIGITALE? Contributi per una gestione “intelligente”

USARE O FARSI USARE DAL DIGITALE?

Contributi per una gestione “intelligente”


Anni 90: quando nel mondo non esisteva il digitale, internet e cellulare

Interessante che l’avvento di rivoluzionari mezzi di comunicazione di massa, abbia sortito l’effetto opposto di ciò che tali strumenti avrebbero invece dovuto essere portatori. Con la nascita della rete Internet e delle reti cellulari anziché assistere ad una crescita economica e una maggiore capacità di solidarietà, di fraternità, invece si assiste ad una crisi delle relazioni sociali e una sempre crescente crisi economica. Come mai? Vi è una connessione fra le due cose?  Non sarà che ciò che viene propagandato come “massima comodità, civiltà dell’ozio” (internet) e la comunicabilità sociale (rete cellulare, WhatApp, messenger) siano invece maschere di forze che proliferano nel generare i  loro opposti? Non sarà che- e lo si dice ironicamente- le “reti” non siano utilizzate per “catturare” certi tipi di pesci o per creare “ragnatele” in cui abitano ragni digitali?


Il poeta, filosofo e scrittore Goethe direbbe: “tentiamo l’effetto verifica nel reale. Ciò che crea nel mondo amicizia, fecondità e fraternità é buono. Ciò che crea povertà interiore, morte e separazione, non é buono”.

E’ in voga oggi sentire dire: “i mezzi sono neutri, dipende dall’uso che se ne fa”.

Purtroppo chi afferma queste cose spesso lo fa solo in nome della propria incapacità di sapere gestire i “mezzi”. E a volte proprio coloro che parlano così, sono quelli più “posseduti” da questo tipo di dipendenza digitale.


La società ha un livello di coscienza molto acceso oggi: tutti sono molto “attenti”. Si tratta però di capire su “che cosa siano attenti o accesi”.  Una coscienza vigile non significa essere “desti” o “superiori”.

Nel quotidiano impera l’inno: “massima consapevolezza, massimo senso di responsabilità”; non abbiamo più nessuno che debba insegnarci o dettarci regole: siamo in grado di auto governarci da noi stessi”.

Molto bene: chi dice che é un problema di consapevolezza e responsabilità, dovrebbe dimostrare di essere in grado di godere di tale capacità. Di essere libero da qualsiasi schema o dipendenza.

Egli dovrebbe palesare di avere il massimo controllo sull’uso del virtuale: non farsi usare da questo. E soprattutto non usarlo per giustificare, nascondere o “bypassare” la propria coscienza, sostituendola con surrogati come messaggi, sms, mail.

Ad es. oggigiorno se si ha un impegno, ormai é norma inviare un SMS per disdire. È certo più comodo, ma anche poco corretto. Addirittura vile. Ci si nasconde dietro il virtuale per timore del confronto verbale. Questo è il contrario dell’essere civile. Si dovrebbe chiamare e a voce scusarsi del motivo della disdetta.


Cambiare si può

Per controbilanciare e gestire meglio i “problemi di coscienza e consapevolezza” si vorrebbe fornire un orientamento strutturato in alcune indicazioni, che forse potrebbero sembrare scontate, ma che se applicate possono contribuire ad attuare un inizio di cambiamento.

La parola d’ordine è “uso il digitale quando lo decido io”

– iniziamo a usare il telefono per la sua vera funzione: usiamolo solo per chiamate vocali non come strumento di connessione dati internet

usare SMS solo in casi di estrema urgenza

– per scelta, non colleghiamoci al web quando siamo fuori di casa

– connettiamoci al web quando siamo a casa: tramite il pc fisso o Tablet, non smartphone

– oppure se non abbiamo il pc fisso, abilitiamo il traffico dati al telefono solo quando siamo a casa

sul telefono disinstalliamo Whatsapp


In poche parole: usiamo il telefono come tale, e colleghiamoci ad internet con supporti diversi, solo in momenti in cui ci troviamo a casa o in ufficio. Non all’aperto o in locali di riunione sociale (ristoranti, discoteche, cinema, ecc)

Internet si può usare, ma non dal telefono: dal pc fisso o dal tablet. Così avverrà che quando si é fuori casa, al cinema, al lavoro, al parco o al supermercato, ci si dedicherà ai propri doveri senza distrazioni di inutili notifiche di Facebook, Messenger o WhatsApp. Quando si é all’aperto o con un amico, é tempo di godere di questo, non di dedicarsi a fuorvianti comunicazioni virtuali.

Imparare a separare le funzioni degli strumenti può aiutare a diminuirne l’ influenza.

Soprattutto bisogna usare gli strumenti per quelli che erano il loro scopi originari.  Il telefono fu inventato per comunicare le proprie voci. Internet fu creato per scambiare dati.

Il cellulare e internet sono utilissimi. Specialmente per la comunicazione veloce, le emergenze, il passaggio di informazioni, per la compravendita. Una vera meraviglia dell’ingegno umano.

Non si tratta quindi di smettere di usare la tecnologia. Ma di gestirla in modo utile e coerente.


Al momento é la tecnologia che gestisce. Conferendo massime libertà di connessioni e condivisioni, in realtà essa incatena, crea dipendenza. Il telefono serve per chiamare e basta. Una volta non esistevano sms, ma si usava la posta con francobollo. Certo é più comodo sms o mail. Ma ciò che é comodo é sempre di valore? Ciò che comunichiamo tramite via digitale ha lo stesso valore di una telefonata o di una lettera scritta?

Inviare una lettera significa scrivere su un foglio, imbustarla, mettere il bollo e uscire a metterla in una buca postale. Poi devono trascorrere alcuni giorni, per poterla far ricevere. Il ricevente deve aprirla e toccare con mano il foglio che voi stessi avete toccato. Legge la vostra scrittura. E’ tutta un’altra cosa. Vi è molta più vita. E si dà più valore al contenuto.


Un SMS, un messaggio su WHATSAPP o una MAIL che grado di affidabilità o credibilità hanno?  Che qualità di umanità trasmettono? Possono trasmettere un valore o un messaggio importante?

Quando si é a casa, ci si può svagare, dedicandosi a visionare facebook, instagram, web e altro. Ma quando si é fuori casa, si deve vivere la vita reale. Per questo sconsigliamo di usare internet nel telefono: l’avere attiva la connessione “induce” alla distrazione, al non concentrarsi. Inoltre, l’essere di continuo “on line”, “predispone” ad essere contattati, a ricevere notifiche. Questo non è uno stato d’animo proficuo per vivere il presente.

Sarebbe auspicabile giungere all’abolizione di WhatsApp e SMS. Perché non sono umani, ma congegni che surrogano la presenza umana.

Sappiamo che guidare guardando o parlando con lo smartphone é vietato. Il divieto andrebbe esteso anche al camminare e al lavorare. Possono accadere incidenti anche se non si è al volante: anche se si sta solo camminando si può rischiare di essere investiti o di inciampare, per distrazione. Dovrebbe essere vietato usare ogni tipo di supporto virtuale fuori, nella vita reale. Lo si dovrebbe usare in condizioni “controllate”.

Group of kids sms


Non entriamo qui in merito riguardo l’uso dei contenuti virtuali e digitali presso i ragazzi. Che di certo non possono essere visti come “mezzi di educazione della coscienza”. I minorenni o i ragazzi dovrebbero essere i primi a poter usare internet solo a casa e sotto controllo genitori.

Altra nota di attenzione potrebbe andare rivolta all’uso del cellulare come fotocamera. Anche qui, occorrerebbe separare le funzioni e gli usi. Il telefono non dovrebbe essere usato se non per comunicare la voce via audio. Avere la possibilità di avere un “kit” come lo smartphone che ha mille funzioni, è certo utile. Ma nel caso della fotocamera impedisce spesso di vivere il presente: si “blocca” l’attimo, per conservarlo per il futuro. Ma nel frattempo esso è passato. Non lo si è vissuto.

Tiziano Bellucci

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