SE ABBIAMO UN DESTINO, PERCHE' NON CI E' DATO DI CONOSCERLO?

Venendo sulla terra dimentichiamo il piano che abbiamo scritto, per amore della libertà. Dio ci ha lasciato liberi di scegliere.
Se conoscessimo il nostro destino lo seguiremmo come automi, senza possibilità di cambiarlo.Questo “lavoro” di reminescenza di sé, di intuizione di sé, produce grande energia e forza.
Si formeranno muscoli nell’anima che non sarebbero mai potuti esistere prima, non si sarebbero mai sviluppati.
Significa divenire capaci di amare la propria vita come la cosa piu perfetta e bella che ci siamo scelti.
AVERE INIZIATIVA E' INIZIO DI MAGIA

Rispetto ad ogni atto di iniziativa (e creazione) c’è solo una verità elementare, l'ignorarla uccide innumerevoli idee e splendidi piani.
Nel momento in cui uno si compromette definitivamente, anche la provvidenza si muove. Ogni sorta di cose accade per aiutare, cose che altrimenti non sarebbero mai accadute.
Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, facendo sorgere a nostro favore ogni tipo di incidenti imprevedibili, incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato potessero venire in questo modo.
Tutto quello che puoi fare o sognare di poter fare, incomincialo. Il coraggio ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso.
W. J. Goethe
UN INIZIATO PUO' INDAGARE TUTTO?

La chiaroveggenza non consiste nel sedersi, mettersi in uno stato
particolare e dire poi tutto ciò che si verifica nei mondi piú elevati. Non è il caso. Il crederlo sarebbe tanto assurdo come dire: «Tu hai la facoltà di percepire il mondo fisico, e tuttavia quando ti trovavi a mezzogiorno nella tua stanza non hai notato, non hai visto ciò che accadeva sulla riva della Spree? [il fiume che attraversa
Berlino, NdR]».
Vi sono ostacoli alla visione. Se a mezzogiorno la persona in questione avesse passeggiato lungo la Spree, avrebbe forse visto l’evento in questione. No, non basta mettersi nello stato d’animo
appropriato perché tutto ci si riveli all’istante. Anche in quel caso l’interessato deve innanzitutto avvicinarsi agli oggetti della sua indagine per esaminarli. Simili esami sono particolarmente difficili, a causa degli ostacoli ragguardevoli che occorre superare.
R. Steiner Conferenza tenuta a Berlino il 1°.1.1909, O.O. N. 107. Dal ciclo L’antropologia secondo la Scienza dello Spirito.
DONARE E RICEVERE

È bene sapere che dobbiamo essere consapevoli della responsabilità che ci assumiamo acquisendo conoscenze superiori.
Perfezionarsi tramite la conoscenza esoterica, significa appropriarsi di qualità prima di quanto non sarebbe stato possibile con un normale progresso.
Significa anticipare e realizzare in una vita ciò che l'umanità potrebbe compiere solo in tante vite.
Questa "accelerazione" comporta un rischio: significa sottrarre ad altri possibilitá per il loro sviluppo. Attingiamo per noi qualcosa dalla quota comune riservata a tutta l'umanità.
Il nostro piatto sulla bilancia si abbassa, mentre quello dell'umanità si innalza.
Per questo un esoterista deve sentire il dovere di dare. Perche soltanto donando possiamo compensare ciò che abbiamo preso. Questo non vuol dire che non si deve prendere.
Non prendere e non dare significa morte: dobbiamo servire invece la vita. Quando prendiamo, dobbiamo preoccuparci di come poi dare.
NATURA INTERIORE DEGLI "ANGELI DEL COLORE"

I colori a cui pensiamo sono illimitati, dobbiamo fare uno sforzo interiore per porgli dei limiti.
I colori caldi sono quelli che vanno dal giallo al rosso, quelli freddi vanno dal verde all’indaco.
I colori caldi vanno verso lo spettatore. Hanno un moto centrifugo (verso la periferia). Il giallo si allarga dal centro verso l’esterno.
I colori freddi si allontano dallo spettatore. Hanno un moto centripeto (verso il centro)
Il Giallo e l’arancio sono centrifughi (irraggiando dal centro verso il fuori), il blu e il viola sono centripeti (avvolgono dalla periferia verso il centro.
Il giallo è un colore squillante. Rende ansiosi, emozionati ed eccitati. Interiormente –verso individui depressi o deboli- può fomentare follia, malinconia e ipocondria. Il giallo è l’estate che volge alla fine.
Il blu è avvolgente. Più è profondo più richiama il concetto di infinito, di intensa solennità, di calma drammaticamente ultraterrena, suscitando nostalgia e purezza del soprannaturale. Se il blu invece è tenue, come l’azzurro, allora suscita una calma silenziosa, indifferente, vuota e distante.
L’azzurro ha il suono del flauto, il blu il colore del violoncello.
Il verde è il colore che esprime calma, quiete. Non si muove, non suscita desideri, non chiede nulla. Al contempo può annoiare. E’ un colore inerte, statico, indifferente. Non vi sono dinamismi né centripetì, né centrifughi. Il verde verso il giallo diventa più giovane, gioioso. VEso il blu diviene serio, pensieroso.
Il bianco esprime un grande silenzio. E’ privo di suoni: ma non è un silenzio morto. E’ invece ricco di potenzialità, di grandi possibilità. Sembra covare aspettative di nascita di grandi eventi. Il bianco è un nulla prima della creazione del tutto. Un grembo.
Il nero è invece un nulla privo di possibilità, un eterno silenzio senza futuro e senza speranza. E’ la fine di un rogo, spento.
Il grigio è silenzioso e immobile. E’ diverso dalla quiete del verde: è immobilità priva di possibilità di moto.
Il rosso è vitale, vivace, irrequieto. E’ dotato di grande energia e consapevolezza. Agitazione e fervore trasmettono una certa “maturità virile”. Il rosso emana determinazione, tensione, trionfo, passionalità ardente.
Il marrone è un colore ottuso, poco dinamico, ha in sé un impercettibile mormorio. Suscita intenzione a “sorvegliare se stessi”.
L’arancione trasmette sicurezza, dominio di sè. Esprime salute.
Il Viola è un rosso immerso nel freddo. Suscita malinconia, ma anche devozione e timore per l’invisibile.
appunti da "LO SPIRITUALE NELL’ARTE" . Kandisky
L’azione occulta degli esercizi occulti durante la notte

Immaginiamo che un uomo mediti sul prologo del Vangelo di Giovanni o su altri testi della saggezza religiosa.
Che compenetri tutta la sua anima con le immagine e le rappresentazioni che derivano dalla meditazione.
Il suo corpo astrale viene scosso, afferrato da tali sentimenti e pensieri, così da produrre in esso una sorta di effetto “vibratorio”.
Durante la notte, il corpo astrale lascia l’eterico e il fisico: gli effetti vibratori causati con la meditazione diurna cominciano a lavorare nel corpo astrale stesso: l’effetto “vibratorio” tende a configurare delle forme astrali, degli organi, degli strumenti che possano essere in grado di percepire la forza stessa che è contenuta alla base della natura vibratoria.
L'eco delle vibrazione percepite durante la veglia durante la lettura o meditazione, va a configurare organi spirituali durante la notte.
Questi organi vengo chiamati Ruote, centri o Fiori
MEDITARE SU IDEE PURE
Concetti puri, "idee in sè" come giustizia, bellezza, fraternità, misericordia, verità, pace possono fare affiorare forme soprasensibili, se meditate vivendole intensamente.
Un’idea come in “senso del giusto” è innegabile che esista per l’anima: il problema è identificare la sorgente da cui tale “senso” prende origine e conferisce la possibilità della sua esistenza nell’anima. Non è l’anima che crea in sé la necessità del giusto; vi è qualcosa che ve lo proietta dentro. L’anima lo accoglie: lo riflette soltanto.
Altre idee pure possono essere:
Fiducia, fede, speranza, amore, misericordia, giustizia, verità, bellezza, sapienza, saggezza, sicurezza, fermezza, serenità, felicità, perdono, metamorfosi, amicizia, pace, fraternità, idea del popolo italiano, tedesco, giapponese, l'umanità, carità, pietà, tolleranza, altruismo, autenticità, purezza, fratellanza, onestà, senso dell' arte e della bella musica, lealtà, coraggio, forza, senso del conoscere, senso del sacro, concordia, comprensione, compassione, concordanza, familiarità, sensibilità, solidarietà, sincerità, responsabilità, coscienziosità, gratitudine, rispetto, comprensione, accoglienza
APRIRE UN CONTATTO CON I MAESTRI INVISIBILI LEGGENDO UN LIBRO

Leggere, studiare un libro di sciezna spirituale, può realizzare un reale contatto con i nostri maestri nei mondi spirituali.
Un processo occulto si accende fra noi e l'autore del libro nell'atto del leggere l'inchiostro: egli può, dal mondo spirituale, inviarci sue ispirazioni, sue indicazioni.
Conferme, chiarificazioni possono giungerci come "presentimenti" durante o dopo la lettura di un testo.
Attraverso un libro "realizziamo" una via d'accesso alla comunicazione fra il nostro spirito e quello del maestro occulto.
Il dialogo con il maestro oggi -come citato da Steiner stesso nel testo "l'Iniziazione"- può avvenire tramite il libro.
Tiziano Bellucci
A che ora è la fine del mondo?

Una leggenda narra che se nella natura non vi fossero eventi avversi come la grandine, alluvioni, fulmini, parassiti, che a tutta prima sembrano solo danneggiare, non si produrrebbe entro i fiori, nei frutti, nessuna forza vitale. La leggenda dice che proprio grazie allo sforzo che le specie della natura devono opporre contro gli eventi avversi, può venire suscitata molta vita. Si può dire che se tutto andasse in modo mite e sereno, i campi sarebbero privi di fiori e di frutti. Tutto sarebbe statico e immoto.
Quando sta per arrivare un temporale, una tempesta, tutto l’ambiente si adombra, il cielo diventa scuro e la luce diminuisce, il vento soffia minaccioso e tutto sembra come voler indicare che sta per accadere qualcosa di grave, che una turbolenza sta per arrivare.
Durante la burrasca sembra davvero che l’evoluzione del mondo sia intenzionata a stroncare la vita quotidiana, per risucchiarla in un abisso tenebroso. Come se potesse presagirsi la “fine” del mondo.
E invece poi i tuoni si diradano, la pioggia si rarefà, il vento si allenta. Arriva la calma.
Il cielo di nuovo torna a rasserenarsi e irradia il sole.
Nella vita attuale, anziché essere coscienti che nella Natura queste dinamiche di continua alternanza fra tempesta e bonaccia sono ritmi che esprimono il normale fluire e il regolare andamento dell’evoluzione, si vive la vita come se ogni emergenza, ogni epidemia, ogni guerra fosse il “segno” di un imminente fine del mondo.
Così come è necessario che forze contrarie si contrappongono meteorologicamente al ciclo delle stagioni, per poter porre sotto sforzo le specie animali e vegetali per favorire una sempre maggiore evoluzione delle loro capacità, allo stesso modo vi è una sorta di “meteorologia” spirituale che accade entro l’anima dell’uomo.
Una volta questo fatto veniva espresso nella mitologia con l’agire degli Dèi –vedi Zeus nel fulmine- i quali agivano nel cielo e nell’uomo come controimmagine, per suscitare, stimolare l’umanità a svilupparsi sempre più in maniera autonoma e consapevole. Come avviene nei fiori, nelle piante.
L’uomo è chiamato a “fruttificare” nella sua interiorità, a produrre nuovi “semi” di vita, di progresso tramite le interferenze che nel mondo si palesano come guerre, epidemie, malattie, mal governi, restrizioni e leggi.
Tutto finisce, anche il temporale, la bufera.
Chi è il mio prossimo?

La domanda che viene posta al Cristo: “quale è il mio prossimo?” è una domanda posta male.
Il Cristo conosceva il principio secondo cui tutto è connesso e ogni io è parte dell’altro io. Che senso ha chiedere: “quale è l’altro io che devo amare, se tutto è io, se io e gli altri io siamo uno?”
Esiste infatti un unico io, in cui confluiscono tutti gli individui. Si tratta dell’universale umano, lo spirito che avvolge tutta l’umanità.
Un tempo questo “universale”, questo io comune all’umanità era chiamato “Adamo”. Ora esso appare individuale, e ha assunto un nome proprio, che denomina ogni persona.
Ma l’essenza è una. Lo Spirito è uno, nel quale tutti confluiscono come fiumi individuali, dentro un grande mare.
E’ come chiedere al mare: “quale è la goccia che devo amare? Oppure chiedere all’aria: “quale è il soffio che devo amare? Tutto è acqua e tutto è aria, non esistono separazioni.
Il Cristo risponde giustamente dicendo: “non puoi chiedermi chi è il prossimo, perche tu sei parte di un UNICO principio spirituale, che ti porta ad amare ogni individuo facente parte di tale UNITA’.
Tiziano Bellucci
L’ANGELO OSCURO: IL CLANDESTINO IN NOI

Noi non sappiamo di essere abitati.
Vi è una parte di noi che vive e partecipa alla vita del corpo e dell’anima.
Un’altra parte - indipendente da noi – s’intesse entro i processi della coscienza, come un gas, un liquido entro gli organi e i sensi.
Svolgiamo la nostra giornata convinti di essere noi ad agire, per intimo libero impulso interiore.
Invece ogni pensiero, sentimento e azione è frammischiato da stimoli indotti dal nostro interno, che appartengono ad un altro essere. Che non siamo noi.
Questo essere è corresponsabile di ogni nostra scelta.
C’è chi lo chiama Alter ego, doppio, sosia. O animadversio.
La scienza lo chiama astrattamene “subconscio”.
Non esiste un uomo che non abbia in sé questo doppio.
Dobbiamo a lui due cose: la possibilità di avere un arbitrio e di poter sapere di essere.
In cambio egli usa il nostro corpo e la nostra anima, per avere la sua esistenza e trarne occasioni di nutrimento.
Ogni azione o sentimento o pensiero è “contaminato” dall’influenza di questo essere che influisce-con il suo potere di egoismo- sull’usufruire delle esperienze che la vita ci porta in contro.
Egli ci fa credere tante cose: essere giusti, buoni e veri. Diffonde in noi un elevato impulso di autocommiserazione e quindi di nichilismo.
Il mondo appare come un elemento ostile e ingiusto dal quale noi dobbiamo distinguerci o separarci. O addirittura un luogo da cui liberarsi. Compresi i suoi abitanti.
Questo “abitante” in noi è l’artefice, il responsabile di ogni paura, dubbio e rancore vive in noi. Nel tempo, sin dall’infanzia esso si dedica a radicare in noi debolezze, in modo che si possa fondare una filosofia contro il mondo e contro la fraternità.
Questo essere “clandestinamente” vive in noi, infondendoci una vita dell’anima distorta, disturbata.
Siamone consapevoli ogni volta che vediamo nell’altro uomo del male o dell’errore.
Non è nel mondo il negativo, ma dentro di noi.
Questo essere in noi, ha un potere "specchiante": proietta la nostra negatività sugli altri individui esterni e ci fa credere che appartenga a loro. Ma siamo noi: ogni difetto che vediamo negli altri, ci crea disprezzo perchè è in noi.
La scienza dello spirito insegna a “distinguersi” da questo essere che ci abita e ci sovrintende.
Una disciplina in grado di istituire uno stato di presenza e vigilanza costante –che può chiamarsi “piena consapevolezza” si pratica tramite la retta e perfetta concentrazione meditativa, come insegnata da Rudolf Steiner.
Tiziano Bellucci
Vivi lentamente - flemmaticamente da stabile?
Vivi impulsivamente - collericamente da instabile ?
Vivi irrequietamente - sanguinicamente da estroverso ?
Vivi riflessivamente - malinconicamente da introverso ?

Nutrizione negativa

Vi sono entità che stimolano l'uomo a produrre pensieri o sentimenti negativi. Esse spingono a suscitate rabbia, paura, disprezzo verso altri umani.
Perche lo fanno?
Perche queste entità si nutrono di pensieri negativi.
Esse mangiano negativita umana e "crescono" diventano sempre più grandi e potenti.
Più un uomo dà loro da mangiare, più esse ritornano da lui e lo spingono a "cucinare" negatività. Che è il loro cibo.
Questo innesca una continua richiesta di nutrimento, la quale può diventare un vero e proprio attacco all'indivualita umana.
Più si alimentano queste entità più esse pretendono di essere nutrite, spingono l'uomo a provare sentimenti negativi.
E creano una forma di dipendenza fra loro e l uomo.
Il 'compiacimento' che sorge quando si critica o si sparla di qualcuno è un loro effetto, è il "piacere" che esse provano mentre dalla mente di un uomo esce un sentimento di odio o risentimento, mentre mangiano.
Meno si fanno pensieri negativi, più tali entità smagriscono, divenendo sacchi vuoti, perdendo di potenza. Si allontanano da chi non le nutre.
PENSARE IL MODO CREATIVO PER ESSERE SANI
Le malattie sono "energia negativa ristagnante": il giudicare, il provare sentimenti negativi crea blocco, fermo, intasamento della forza animica. Soffermarsi troppo su un sentimento negativo, mantenerlo fisso, statico è la causa di molte patologie. Chi riesce a non provare negatività, lascia che la vita di pensiero e sentimento fluiscano ricolmi di sanezza, come acqua in movimento nel letto di un fiume. Il perseverare in sentimenti di odio, angoscia, rimpianto crea marciume, una sorta di "stagno" nell'anima, in cui si vanno ad annidare parassiti, muffe e funghi astrali, produttori di morte.
Coltivare pensieri e giudizi negativi "blocca" l'energia in malattia. Pensare sentimenti amorevoli "muove" vita in sanezza.
L'amore crea vita perchè è suscitatore di immagini, di aspirazioni e aneliti positivi.
ESSERE O NON ESSERE

Crediamo di essere qualcosa, per il fatto che semplicemente pensiamo o sentiamo o ricordiamo.
Queste attività esistono per farci “sentire” un io. Un aggregato di pensieri e ricordi, che si dice “io”.
In altre parole, noi non viviamo mai uno stato d’animo: lo subiamo.
Veniamo attraversati da fenomeni di pensiero e sensazione, i quali ci spingono a determinare reazioni, ci stimolano a intraprendere certe azioni.
Dobbiamo accorgerci prima o poi di non essere noi i padroni della nostra vita dell’anima. Si deve scoprire che siamo “animati” da forze che ci sorreggono, dandoci una sensazione di essere che si origina dalla loro presenza in noi.
Dobbiamo alzarci dal poltrona del cinematografo della vita e cominciare a vivere la vita, non a farci vivere da essa guardandola come se essa fosse un film.
Solo allora saremo un io, che non poggia su nulla, ma che pensa, sente, vuole se stesso.
Tiziano Bellucci
Le "3 lotte" dopo la morte

Nei 3 giorni dopo la morte, il disincarnato deve superare il concetto di vita e morte, per arrivare a capire e a credere che essi sono due idee illusorie.
Esiste un esistenza oltre la morte.
Dopodichè l’anima entra nel “purgatorio” vi rimane per un terzo del tempo che ha vissuto sulla Terra.
Qui deve “superare” , lottare con tutto ciò che sulla terra gli era simpatico e antipatico, ciò che lo attraeva e lo respingeva. Deve dominare e superare ciò gli dava il “caldo” e ciò che gli dava il “freddo”. L’anima deve abbandonare ogni desiderio, brama o istinto materiale, sensoriale.
Dopo il kamaloca o purgatorio, l’anima entra nel mondo spirituale. Qui avviene una lotta fra la luce e la tenebra: l’uomo rimanere desto (nella luce) solo nella misura in cui sulla Terra è stato un “morale” ossia ha prodotto del bene”.
La qualità della coscienza dopo la morte nel Devachan è commisurata a quanto siamo stati “coscienti o incoscienti” riguardo la nostra condotta di vita. Più bene abbiamo prodotto, piu siamo nella luce, socializzando con altri esseri. Più male abbiamo creato, più saremo nella tenebra, nella solitudine.
1- "superare l'idea della vita e la morte" : esiste solo la continuità dell'esistenza che fluisce eterna come acqua nell'aldilà
2- "superare il caldo opprimente e il freddo dei sensi di colpa" : il bene e il male sono espressioni del calore e della luce di quel mondo
3- "superare il concetto della luce e le tenebre nella coscienza" : la simpatia e l'antipatia sono forze simili alle perturbazioni atmosferiche d'aria
Tiziano Bellucci
QUANDO "ESSERE LIBERI" SIGNIFICA DIVENTARE RESPONSABILI DELLA FELICITA' DELL'ALTRO

E' facile credere che "benedicendo" chi ci è ostile, chi ci è contrario, si sia risolto tutto, e si provi pace interiore. Semplicemente mostrandogli indifferenza"non si fa proprio nulla. Si crede di liberarsene compiendo il minimo sforzo.
“Se faccio di tutto affinchè la mia ex moglie possa star bene in salute, possa fare un buon lavoro e la aiuto a realizzare le sue mete, mi libero dal cattivo destino che ci incatena ancora. Ma solo se lei fa lo stesso con me si realizza una reale liberazione. Fare la “carità” non è fare elemosina, ma “curare” chi mi è stato vicino.”
Liberarsi dell’altro significa quindi non avere menefreghismo, ma prendersi cura dell'altro “che ci è stato caro”, della sua salute, della sua vita interiore. Più ci interessiamo all’altro, più ci liberiamo dal destino che reciprocamente ci lega e non ci permette di avanzare.
Liberarsi diventa così non "fregarsi dell'altro", ma diventare responsabili della sua felicità.
Ignorare l'altro è un modo "comodo" per deresponsabilizzarsi. Si deve cercare di portare l'alrto nell'ottica di trovare un accordo reciproco. Solo nelle reciprocità si "risolve il destino". L'arte della vita, di saper armonizzare i rapporti è il modo per poter liberarsi dal destino che ci incatena... Si può solo vivere e cercare reciprocamente i modi appropriati.
Non esistono strategie o ricette per diffondere l'amore nel mondo. Perchè creare fraternità, intesa, collaborazione è creare forze di amore. Il mistero dell'amore è un atto aperto riposto nelle mani dell'uomo. E' lui stesso che deve diventare capace di amare: ogni sforzo fatto in una vita diventa facoltà in una vita successiva. Ciò che ora sembra un insuccesso desterà forze di autocoscienza nell'altro in una prossima vita. Tuttavia anche se sembra vano ora, si sta già facendo qualcosa per creare l'amore futuro
Tiziano Bellucci
La terapia e i medicamenti
Qualsiasi cosa vediamo o tocchiamo altro non è che luce congelata, compressa.
L’essenza della materia è luce.
Lo stesso corpo fisico umano è tessuto di luce. Luce schiacciata e condensata.
Occorre sapere che le sostanze di luce che sono nel corpo umano sono rintracciabili anche nel mondo e nella natura: soltanto che fuori di lui, esse sono pure, incontaminate.
Per curare la malattia di un certo organo occorrerà quindi andare a cercare fuori dell’uomo qualcosa che rappresenti il corrispondente allo stato puro: la sostanza nel mondo priva di deterioramento è il mezzo terapeutico per l’organo corrispondente deteriorato.
La malattia può essere dunque vista come una parte del corpo che si “oscura” che smette di essere intessuta di luce brillante; immettendo nel corpo una sostanza tratta dall’esterno –sostanza incontaminata quindi “luminosa”- si può compensare l’oscurità comparsa nell’uomo, risanandola.
Le cause karmiche delle malattie possono essere di origine astrale (luciferica) o eterica (arimanica). Nelle forme di malattia derivanti da influssi karmici astrali andremo a cercare rimedi nelle sostanze del regno animale; in quelle di origine karmica eterica le cercheremo nel regno vegetale.
Tiziano Bellucci
IL CARNEVALE E IL MERCOLEDì DELLE CENERI

“polvere sei e polvere ritornerai”
Con l'espressione Mercoledì delle ceneri si intende il mercoledì che coincide con l'inizio della quaresima, ossia il primo giorno del periodo in preparazione della Pasqua cristiana.
Inizia un periodo in cui ci si predispone a meditare e a rendere la mente più lucida e reattiva, tramite il digiuno e l'astinenza dalle carni.
Proprio in riferimento a queste disposizioni si adotta il termine carnevale (dal latino carnem levare, cioè "eliminare la carne") o martedì grasso (l'ultimo giorno di carnevale, appunto - vigilia delle Ceneri -, in cui si può mangiare "di grasso").
Il Carnevale rappresenta l’ultimo dei giorni in cui “ci si può divertire” in vista del periodo di rigore quaresimale. Nel periodo di Natale si lavora sulla nostra natura superiore divina, nel Carnevale si prende invece coscienza della nostra natura inferiore demoniaca.
Si simula una sorta di “discesa agli inferi”, tramite bizzarie e travestimenti per entrare catarticamente in contatto con la nostra parte oscura. E ovviamente prepararsi alla Resurrezione Pasquale.
Nel mercoledì delle "ceneri" il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta (derivata da rami e foglie di ulivo) sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena.
Il rito dell'imposizione delle ceneri prevede la pronuncia di una formula di ammonimento «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”. Per lo stesso motivo nell’antichità era uso cosparsersi il capo di cenere e strapparsi le vesti, in senso di sottomissione alla volontà divina.
LA PAZIENZA E LA TOLLERANZA

E’ molto importante tendere a sviluppare la dote della pazienza, a non scoraggiarsi mai per i risultati ancora non visibili; l’impazienza esercita un’effetto paralizzante per lo sviluppo degli organi di percezione sovrasensibile.
La pratica delle virtù della pazienza e della tolleranza è il rimedio per questi tempi.
Virtù scomode, che non "si comprano" o si realizzano con "corsi accelerati" nè tranne lo studio.
Si è pazienti e tolleranti solo per forza interiore, per deliberazione autonoma.
E’ ben avere bene in mente il seguente pensiero:
“Devo far di tutto per educare la mia anima e il mio Spirito, ma aspetterò con calma che le potenze superiori mi giudichino maturo per una certa illuminazione.”
Dare, prendere. DONARE E RICEVERE

Perfezionarsi tramite la conoscenza esoterica, significa appropriarsi di qualità prima di quanto non sarebbe stato possibile con un normale progresso.
Significa anticipare e realizzare in una vita ciò che l'umanità potrebbe compiere solo in tante vite.
Questa "accelerazione" comporta un rischio: significa sottrarre ad altri possibilitá per il loro sviluppo. Attingiamo per noi qualcosa dalla quota comune riservata a tutta l'umanità.
Il nostro piatto sulla bilancia si abbassa (ci arricchiamo), mentre quello dell'umanità si innalza (si impoverisce)
Per questo un esoterista deve sentire il dovere di dare. Perche soltanto donando possiamo compensare ciò che abbiamo preso. Questo non vuol dire che non si deve prendere.
Non prendere e non dare significa morte: dobbiamo servire invece la vita. Quando prendiamo, dobbiamo preoccuparci di come poi dare.
Questo è uno dei motivi per cui non si può mai pretendere un pagamento per la divulgazione del proprio sapere esoterico: perchè l'averlo ricevuto è già un dono. E un dono non si può vendere.
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Tiziano Bellucci
LA “REGISTRAZIONE” AKASHICA DELLA PROPRIA VITA ENTRO L’ETERE UNIVERSALE dopo la morte
Solitamente si dice che dopo aver deposto il proprio corpo fisico, l’uomo depone anche il corpo eterico.
In realtà il corpo eterico dell’uomo “rilascia” nel cosmo la memoria delle azioni, pensieri e sentimenti provati durante la vita terrena, inglobandole nella sostanza eterica dell’universo.
Ciò che è stato prodotto dall’individuo diviene “sostanza creata” che si “aggiunge” alla costituzione dell’universo, va a preformare una nuova futura creazione. In altri termini, le nostre azioni terrestri, diventano “mondo, realtà spirituale” che va a inserirsi nei processi cosmici come essenza evolutiva.
Ovviamente questa “unione” è commisurata alla natura delle proprie azioni: più è costituita di “bene”, di feconda artisticità, quindi di alta moralità, più quella sostanza eterica arricchirà il cosmo di qualità buone e creative, per il futuro. Più vi stata amoralità e qualunquismo, più si immette nel cosmo disordine, disarmonia e caos.
Ovviamente la “sostanza eterica” di se stessi rilasciata e impressa nel cosmo diviene anche una “traccia” in cui altri individui o entità capaci di decifrarla, potranno indagarla, osservarla, conoscerla.
Il cadavere astrale: L’ESPANSIONE E CONTRAZIONE DEL CORPO ASTRALE. La reincarnazione

Anche riguardo il corpo astrale si dice che una volta attraversato il kamaloca, “si abbandona il cadavere astrale”.
In realtà avviene che l’essenza dell’ego o Sé spirituale (parte astrale pura, ossia il “bene dell’uomo”) continua il suo percorso in una data direzione, entrando nel mondo spirituale, mentre il corpo astrale si espande prendendo una direzione diversa.
Avviene una separazione fra l’essenza astrale umana e la sua parte spirituale (Sé).
Il corpo astrale si espande (mentre l’io conduce esperienze entro il Devachan), sino a diventare grande come il cosmo.
Ad un dato punto esso però trova un limite di espansione, smette di ingrandirsi: si interrompe, perché “fermato” da un impulso: è l’io dell’uomo che nei secoli di vita entro il Devachan ad un dato momento del suo sviluppo sente in sé sorgere l’impulso a reincarnarsi.
Ecco che “richiama” a sé, il corpo astrale, il quale interrompe la sua espansione entro il cosmo e comincia al contrario, a contrarsi dalla periferia verso il centro.
Avviene cosi che una volta che il corpo astrale ha raggiunto dimensioni “compresse”, si lega, insieme all’io ad un corpo entro un ventre materno.
Riflessioni antroposofiche a cura di Tiziano Bellucci
AFORISMI DI MARZO
L’ira è UN ESSERE che “usa” l’uomo per scaricare la sua forza, così come la saetta viene attratta dal parafulmine.
Lo spirito che abita nell’uomo è una luce che cerca la tenebra per accorgersi di sé.
"il compito principale e più nobile di ogni educazione (degli adulti) consiste nel portare alla coscienza l’archetipo dell’immagine divina. Non tratta di dimostrare l’esistenza della luce, bensì del fatto che esistono ciechi i quali non sanno che i loro occhi potrebbero vedere" Jung, Carl Gustav.
Per "diventare liberi" di fare qualcosa, bisogna prima IMPARARE a fare quella cosa.
La sensibilità è diversa da persona a persona. Non è colpa del cielo se qualcuno crede che le nuvole siano tutte uguali.
La religione indica di venerare Dio: Cristo indica di venerare il Dio che vive nell'uomo
"Cerca la Luce sul sentiero! E tuttavia la cerchi invano, Se tu stesso non divieni Luce". Rudolf Steiner
"Ecco faccio nuove tutte le cose" (Apocalisse 21.5): il ruolo futuro dell'uomo: divenire un co-creatore del Logos
INIZIATIVA DI QUARESIMA
PERDERE LA FEDE PER TROVARE SE STESSI “Dio è morto. Noi, lo abbiamo ucciso.
Ora vogliamo che l'oltreuomo viva”

Percorso quaresimale di 4 incontri on line su Zoom di un’ora, per riscoprire il sacro nell’uomo, alla luce della scienza spirituale a cura di Tiziano Bellucci, antroposofo e ricercatore
Lunedi 17 – 24 marzo – 7 – 14 aprile, ore 21-22
La morte dello spirito nel mondo e la nascita del divino dentro se stessi. Ateismo e agnosticismo come fase necessaria per risalire, dopo la caduta entro la materia.
- Interpretazione dei dogmi, della dottrina e dei peccati nella chiesa cattolica, secondo l’esoterismo.
- Nell’era dello Spirito Santo, la vera identità della Madonna.
- La salvezza nel femminile: Iside, Sophia, Maria
- Morte e resurrezione come via di iniziazione planetaria

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